Confermato l'annullamento del project financing da oltre un miliardo di euro del distretto sanitario nuorese. I giudici del Tar Sardegna hanno respinto il ricorso principale del Polo Sanitario Sardegna Centrale, confermando gli effetti delle delibere con cui la Asl, allora guidata dal commissario Mario Palermo, in autotutela, aveva annullato le varie procedure di aggiudicazione.

Il collegio della prima sezione presieduto da Caro Lucrezio Monticelli ha poi raggruppato gli altri tre ricorsi con i quali il privato chiedeva all'azienda sanitaria il pagamento degli interventi effettuati in questi anni, dichiarando la competenza del tribunale civile.

TUTTO NULLO - Ha l'effetto di una bomba la sentenza di oltre cento pagine scritta dal giudice estensore Antonio Plaisant che di fatto azzera il bando dell'agosto 2007 con cui la Asl 3 aveva indetto una procedura aperta per l'affidamento, in project financing, di una concessione per i lavori di ristrutturazione e completamento dei presidi ospedalieri San Francesco, Cesare Zonchello, oltre al San Camillo di Sorgono e dei presidi sanitari distrettuali di Macomer e Siniscola, nonché delle manutenzioni, delle forniture e dei servizi di assistenza domiciliare, infermieristica e riabilitativa dei vari ospedali.

LE MOTIVAZIONI - I giudici hanno contestato anche la dimensione del bando bacchettando il "contenuto 'eccessivo', sotto il profilo quantitativo e qualitativo, del rapporto di project financing" e la "chiusura del mercato conseguente a un'operazione come questa, considerato che gli unici soggetti cui è stata concessa la possibilità di entrare nel relativo giro d'affari sono società 'rientranti nell'orbita' di Polo Sanitario".

L'ANTICORRUZIONE - Un contratto che era già stato definito nullo dal Tar Sardegna nel 2011 "perché non erano stati osservati i precetti comunitari nella distribuzione dei rischi", e citato nel 2015 nelle linee guida Anac sugli affidamenti dei contratti pubblici "come contratto in frode alla legge".

Quella sentenza, la 213, del Tar Sardegna un anno dopo però era stata scavalcata dal Consiglio di Stato, ma solo perché la Polish House aveva rinunciato al ricorso: il Consiglio di Stato non è mai entrato nel merito. Lo aveva invece fatto nell'agosto del 2016 il Consiglio dell'Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, confermando i dubbi sulla legittimità del contratto originario. L'Anac affermò che il project del 2008 trasgredì le norme e i principi che disciplinano gli appalti pubblici "perché il rischio imprenditoriale era riposto sul pubblico". Forte anche di quel pronunciamento l'allora commissario Asl Mario Palermo aveva sancito in autotutela l'invalidità del contratto originario.

L'INCHIESTA - Sulla trasgressione delle norme, l'Anac aveva inviato il fascicolo alla Procura di Nuoro e alla Procura della Corte dei Conti di Cagliari, mentre la Dda di Cagliari aveva aperto un'indagine che aveva portato a perquisizioni e indagati.

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