E’ ufficialmente ricercato Pietro Basile, il 28enne di Bitti che stava scontando una condanna definitiva a 16 anni di carcere nella colonia penale di Mamone dopo aver ucciso il padre al culmine di una lite il giorno di Capodanno del 2014.

Martedì scorso, scaduta una licenza premio di cinque giorni per preparare l’esame di maturità all’alberghiero, l’uomo non si è presentato nella caserma dei carabinieri di Bitti per la firma e non è più rientrato nella colonia penale.

Voglio dirti di ritornare subito a casa e di non darmi dispiaceri”, ha detto Daniela Agus, fidanzata del ragazzo, ai microfoni del Tg di Videolina. “Abbiamo passato situazioni peggiori di questa, per favore torna, io ci sono, non sarai mai solo”.

“Pietro ha subito tante ingiustizie - ha raccontato la donna - ed era molto demoralizzato: non veniva aiutato e non gli venivano concesse delle cose che sono niente di più e niente di meno di quello che la legge concede nel suo caso. Si trovava meglio nel carcere di Alghero, dove la pena rieducativa funzionava e si puntava fortemente al reinserimento sociale dei detenuti. A Mamone tutto questo non è possibile”.

Basile ha ucciso a colpi di pistola il “padre padrone”, così definito dalla difesa, al culmine dell’ennesima lite di una situazione familiare ormai logora. Prima si è dato alla fuga, dopo tre giorni si è costituito ai carabinieri. Il 28enne ha iniziato a scontare la pena nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros, poi è stato trasferito ad Alghero e quindi a Mamone.

(Unioneonline/L)

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