Il giovane si è consegnato sabato mattina ai Carabinieri di Bitti, è stato sottoposto a fermo disposto dalla Procura della Repubblica di Nuoro per omicidio volontario e ora è rinchiuso nel carcere nuorese di Badu 'e Carros. Come scritto su L'Unione Sarda oggi in edicol nell'articolo di Luca Urgu, Pietro ha chiesto di vedere la madre, alla quale avrebbe detto "Mamma, non volevo uccidere babbo".

Accompagnato dal suo avvocato, Pietro Basile si è presentato in caserma dove è stata raccolta la sua versione dei fatti. Per tutta la serata di ieri a Bitti si sono rincorse voci su una probabile e vicina svolta nella vicenda. Il giovane di Bitti, dopo aver compiuto il parricidio nel giorno di Capodanno, si era dato alla fuga. Ieri, durante i funerali del padre, il vescovo di Nuoro, nell'omelia, aveva invitato Pietro a tornare a casa e presentarsi alle forze dell'ordine. "Prendi in mano la tua responsabilità, non scappare - aveva detto il vescovo - Dio ti ama e ti perdona. Sii uomo, costituisciti". Tra padre e figlio le liti erano frequenti ed i rapporti si erano complicati dopo la separazione dei genitori. Il padre, che era stato anche denunciato per maltrattamenti in famiglia, viveva nell'abitazione del nonno dell'omicida, dove è avvenuto il fatto mercoledì.

La famiglia Basile già tre anni fa fu al centro di un grave fatto di cronaca: alla vigilia di Natale lo zio di Pietro fu ammazzato vicino al suo Fiat Fiorino, lo stesso mezzo sul quale, l'altro giorno il ragazzo, dopo la tragedia familiare, è scappato facendo perdere le sue tracce. Sino a stamattina quando, accogliendo l'invito rivoltogli anche della madre e dalla zia, sorella della vittima, si è presentato alle forze dell'ordine per mettersi nelle mani della giustizia.
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