Il 7 dicembre 2017 era morto davanti a casa mentre, con una pompa da giardino, tentava di spegnere le fiamme che divoravano la sua auto. Gli investigatori non trovarono tracce di inneschi nella Toyota Yaris parcheggiata in via San Francesco, a Orosei. A lungo la Procura ha seguito la pista dell'incendio doloso perché il proprietario dell'auto, Francesco Derosas, 69 anni, operaio forestale in pensione, era il padre di Denis Derosas, primo testimone d'accusa - poi volatilizzatosi senza partecipare al processo - nell'inchiesta sul duplice omicidio dei fidanzatini di Irgoli. Archiviata l'indagine penale (non fu doloso), la famiglia di Derosas ha chiesto al Tribunale di Nuoro un accertamento tecnico preventivo chiamando in causa la Toyota Europe Motor. Per l'avvocato della famiglia Derosas, Mauro Intagliata, ci sarebbe una correlazione tra l'incendio scatenato da un cortocircuito e la morte dell'uomo.

Il giudice Federica Meloni ha affidato l'incarico ad consulente che doveva stabilire le cause di quel rogo. «Si può escludere l'evento doloso, in quanto le probabili cause dell'incendio sono ascrivibili da elementi circostanziali che si avvicinano a quelli presenti in letteratura e riconducibili ad un probabile evento accidentale», scrive il Ctu. Per Intagliata, pur non essendoci mai stata una autopsia, è la prova che Derosas morì in conseguenza dell'incendio. La Toyota, ricordando i precedenti, ha sempre contestato la ricostruzione.

(f. le.)

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