Maxi processo Cleopatra, a 11 anni dall’alluvione chieste 13 assoluzioni
Amministratori, dirigenti e tecnici, 59 gli imputati. Le prime richieste del pmPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Assoluzione perché il fatto non sussiste per Roberto Deriu, all’epoca presidente della Provincia di Nuoro, e per gli ex assessori Franco Corosu e Paolo Porcu, a causa della mancanza di una posizione di garanzia nei loro confronti. Stessa richiesta è stata avanzata dal pubblico ministero Selene Desole anche per i tecnici Antonio Consolato Gaddeo, Pasquale Floris, Paolo Maras, Maria Lucia Fraghí, Gavino Canu e Renzo Ristori. Analogo esito è stato proposto per i dirigenti dell’Ente Foreste Carlo Masnata, Annamaria Pirisi, Paolo Botti e Gavino Diana, con l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Queste sono alcune delle conclusioni preliminari presentate dal Pm a Nuoro, dove sono imputate 59 persone per il maxi-processo relativo all’alluvione che nel novembre 2013, con il passaggio del ciclone Cleopatra, causò morte e distruzione in gran parte della Sardegna.
Tra gli imputati figurano amministratori e dirigenti di enti pubblici, nonché rappresentanti di diverse imprese locali. Tra questi, l’ex presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu, l’allora comandante del Corpo Forestale Gavino Diana e l’ex direttore dello stesso ente, Carlo Masnata. Le accuse, mosse a vario titolo, includono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose, connesse a tre tragici eventi. Il cedimento del manto stradale in cui perse la vita il poliziotto Luca Tanzi. L’esondazione della diga Maccheronis a Torpè, che intrappolò in casa l’anziana Maria Frigiolini, causando la sua morte. Il crollo del ponte sul rio Sologo a Galtellì. Questi tre filoni d’indagine — Oloè, Torpè e il rio Posada/Sologo — sono stati successivamente riuniti in un unico procedimento giudiziario.
La discussione si preannuncia lunga e complessa. Finora, l’attenzione si è concentrata sul filone relativo a Oloè, dove perse la vita Luca Tanzi. Il pubblico ministero ha riconosciuto la gravità dell’evento ma ha sottolineato: «Difettava un sistema di coordinamento della protezione civile regionale. Inoltre, l’adozione del piano provinciale di protezione civile, senza un piano regionale e senza un sistema CFD, non avrebbe potuto evitare ciò che è accaduto». L’udienza prosegue con l’esame da parte del sostituto procuratore Ireno Satta della posizione degli altri imputati