Macomer, una processione per accompagnare il simulacro di Sant'Antonio alla chiesetta al Monte
Un viaggio lungo 12 chilometri, che fa la prima tappa in piazza Sant'AntonioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si parte alle 6 del mattino, dopo la Messa nell'antica chiesa di San Pantaleo. In processione migliaia di persone, in pellegrinaggio con il simulacro del Santo, accompagnato dai fucilieri e quindi i Fedales (coetanei) nati nel 1976, che sono i protagonisti veri della festa sulla montagna.
Un viaggio lungo 12 chilometri, che fa la prima tappa in piazza Sant'Antonio, con la partecipazione del padre saveriano Piero Pierobon, una istituzione per Macomer, arrivato dalla Romagna per questa circostanza, ma da sempre vicino a Macomer, assieme al parroco padre Andrea Rossi e i vice, don Marco Saurra e don Leonardo Arca. Si cantano i gosos, composti circa 200 anni fa dal poeta Melchiorre Murenu, si fanno le tappe obbligate e poi la processione si snoda nell'antico sentiero di Intro 'e Montes, fino ad arrivare alla cima della montagna, dove si erge la chiesetta e dove sono in corso i festeggiamenti.
Sono tre giorni di fede e festa collettiva. Il giorno 13 la festa vera sulla montagna, con la Santa Messa celebrata dal Vescovo monsignor Mauro Maria Morfino, dai sacerdoti delle parrocchie di Macomer, ma anche da quelli provenienti da altri paesi della zona, quindi con padre Piero Pierobon. La messa sarà animata dai canti della tradizione, eseguiti dal coro Città di Macomer, diretto dal maestro Enrico Pilo. Nel pomeriggio alle 19 l'ultimo giorno della treighina, con un'altra messa animata dai cori parrocchiali riuniti.
La giornata sarà caratterizzata soprattutto dal grande pranzo collettivo, che si consuma sotto gli alberi dell'immenso bosco, che circonda la chiesa. Il 14 giugno, dopo la Messa delle 5.30, si riparte per il pellegrinaggio di ritorno, con i festeggiamenti che continuano in città, fino a domenica.