La crisi politica, che caratterizza l'Unione dei Comuni del Marghine ormai da sei mesi, si è riacutizzata. Si è infatti dimesso il presidente, il sindaco di Sindia Franco Scanu, che era stato eletto appena sei giorni fa, succedendo al sindaco di Silanus, Gian Pietro Arca.

Scanu è stato eletto però con i soli voti di una parte dei dieci sindaci che compongono l'assemblea dell'ente. Le dimissioni del presidente sono state provocate dalla decisione della sindaca di Noragugume, Rita Zaru (eletta anche lei col presidente Scanu e il sindaco di Borore, Tore Ghisu nella giunta esecutiva).

Rita Zaru spiegherà le sue ragioni nella conferenza stampa convocata per il pomeriggio di oggi. Franco Scanu ha però anticipato i tempi e tutti, dimettendosi e aprendo di fatto una crisi che rischia di portare l'ente al commissariamento o peggio ancora allo scioglimento.

«Mi ero messo in gioco, dando la mia disponibilità a coprire la presidenza, per cercare di riportare l'unità, convinto che l'Unione dei Comuni e il territorio non interessino le beghe politiche e tanto meno quelle personali. Con rammarico dico che stiamo dimostrando l'incapacità di amministrare il territorio. È meglio che tutti ce ne andiamo a casa. Domani mattina formalizzerò le dimissioni informando il Prefetto e la Regione. Ho accettato questo ruolo, convinto di trovare la disponibilità di tutti. Mi sono illuso che la situazione potesse tornare alla normalità, invece proponiamo alle nostre comunità una pagliacciata. Andiamo a casa tutti, perché non ci sono più le condizioni per andare avanti. Nessuno ha voluto fare un passo indietro. Volevo dare una mano per risolvere i problemi, ma mi accorgo che in questa assemblea  si antepongono gli interessi politici e personali a quelli della comunità. Basta così». 

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