Un nuovo braccio al Cpr. Un ampliamento, una ristrutturazione, per accogliere fino a circa 100 ospiti.

In linea con quanto annunciato dal Governo per contenere l'emergenza migranti, anche nel Cpr di Macomer stanno per partire i lavori per rendere utilizzabile tutto il vecchio carcere, diventato unico centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti irregolari in Sardegna, operativo dall'inizio del 2020. Una struttura che, come è stato illustrato dal Governo, si trova in «un territorio a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabile e sorvegliabile».

Sono quindi imminenti i lavori per la ristrutturazione e per l'ampliamento dell’edificio che dovrà contenere altri 32 posti, oltre ai 50 occupati. Gli interventi saranno realizzati da una impresa romana che si è aggiudicata l'opera da realizzare su due piani dell'edificio ex carcere. Ieri c'è stato un sopralluogo nei locali, con i tecnici dell'impresa romana insieme ai dirigenti di Invitalia, che gestisce la procedura di gara per conto del ministero dell'Interno. Da quanto trapela, la ristrutturazione durerà qualche tempo. L'impresa romana deve ancora firmare il contratto e iniziare subito i lavori per trasformare le celle dell'ex carcere in stanze da due o tre posti, anche familiari.

Dal canto suo, il sindaco Riccardo Uda dice che l'ampliamento e il raddoppio erano previsti negli accordi del 2018, col protocollo di intesa firmato al ministero dell'Interno.  «In quella circostanza - dice il sindaco - ci era stato garantito, come contropartita, il rafforzamento della compagnia dei carabinieri, del commissariato di polizia e il ritorno a Macomer della tenenza della Guardia di finanza. Nulla ancora è stato attuato. A Roma diciamo che le promesse devono essere mantenute».

L'ampliamento creerà dei problemi? «Lo stiamo valutando e lo valuteremo nei prossimi giorni», conclude il sindaco. 

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