Duecento manifestanti, in rappresentanza di 42 comitati e associazioni, consiglieri regionali, sindaci, assessori e consiglieri comunali giunti da diverse parti dell'isola, hanno dato vita al sit-in davanti all'inceneritore di Tossilo.

Con il dito puntato contro la Regione dalla manifestazione è scaturita una sola parola d'ordine: non all'inceneritore. “Perchè - afferma Franco Devias dell'associazione Liberu- questo serve per bruciare i rifiuti che arrivano dalle grosse città della penisola”.

Tutti insieme quindi, a fianco dei comitati che hanno fatto ricorso al Tar e lo hanno vinto. Insieme nuovamente per fare ricorso al Consiglio di Stato per la difesa della salute del territorio.

Lo stesso Devias ha detto a chiare lettere che nel Marghine si registra una alta incidenza di patologie tumorali. Per tutti è necessario che il Consiglio di Stato si pronunci e non faccia avviare i lavori del nuovo inceneritore, che potrebbero diventare irreversibili a danno di tante comunità.

I comitati ambientalisti annunciano quindi un nuovo ricorso al Consiglio di Stato, ma anche l'approvazione di un ordine del giorno da consegnare alla Regione, che deve essere approvato da tutti i consigli comunali. Nessuno contro gli operai che, come ha riferito Carlo Piana dell'associazione 14 Dicembre, gli operai vengono usati come scudi umani per difendere gli interessi di qualche gruppo politico della Regione. Ordini del giorno e documenti, assieme ai ricorsi hanno avuto il via lbera dei manifestanti. La parola passa al Consiglio di Stato.

Vediamo il servizio firmato da Gianfranco Locci che il TG di Videolina ha dedicato alla manifestazione

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