Per l'ennesima volta si sono messi davanti ai cancelli dell'impianto fantasma, costato alla Regione oltre 50 milioni di euro, per manifestare la loro disperazione.

Alcuni operai della Tossilo Spa, senza stipendio e senza futuro, stamattina hanno inscenato una nuova manifestazione, per informare l'opinione pubblica su quanto sta avvenendo e per sollecitare la politica, completamente assente dalla manifestazione, con la Regione che non è riuscita a far partire il nuovo termovalorizzatore dei rifiuti, costato ben 52 milioni, con soldi di tutti i contribuenti. Soldi di tutti.

«Da quattro anni lottiamo e non sappiamo ancora che fine farà la nostra azienda - dicono in coro gli operai - nessuno ci sa dire, (forse non hanno idea su cosa si intende fare), quali sono le prospettive. Abbiamo la sensazione che non c'è un futuro e non ci danno speranze. Fino al prossimo 31 marzo siamo sotto l'ombrello dei Comuni di Macomer e Borore, in distacco per avere almeno uno stipendio, che però ci viene consegnato in ritardo, lasciando le nostre famiglie nella disperazione più totale. Cosa succederà dopo il 31 marzo? Non lo sappiamo. Forse il baratro».

Da tre anni nell'impianto di Macomer non arrivano i rifiuti e il nuovo termovalorizzatore, per il quale l'avvio è stato annunciato più volte, resta inesorabilmente fermo. «Noi continueremo a lottare, finché possiamo farlo - dicono i lavoratori - non si tratta di un un impianto obsoleto, ma rischia di diventarlo». Poi l'appello alla presidente della Regione, Alessandra Todde, ma anche alla politica in generale: «Dateci un futuro. Date una prospettiva al territorio».

Il Prefetto ha convocato un incontro per mercoledì 13 marzo alle 10.30: presenti anche gli assessori regionali a Industria, Lavoro e Ambiente, il commissario liquidatore del Consorzio industriale e i sindacati.

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