Parola d'ordine: «La strategia messa in atto per far dimettere il presidente dell'Unione dei Comuni del Marghine non deve passare».

A scriverlo in un lungo comunicato sono i sindaci di Noragugume, Birori, Lei e Bortigali.

«Concordiamo sul fatto che occorra porre termine alla diatriba e che dobbiamo adoperarci per trovare una soluzione di buon senso - scrivono i quattro sindaci - La strada corretta non è però quella delle dimissioni del presidente Gian Pietro Arca, poiché non avremo la garanzia di ritrovare l'unanimità perduta».

A scrivere sono i sindaci di Noragugume Rita Zaru, di Birori Silvia Cadeddu, di Bortigali Francesco Caggiari e di Lei, Luigi Cadau, che difendono a denti stretti l'operato e le prese di posizione del presidente Gian Pietro Arca, sindaco di Silanus, in merito ad una vicenda legata all'utilizzo della vecchia caserma di Badde Salighes, sulla montagna di Bolotana, che ha fatto scatenare la crisi.

Rimane invece ferma la posizione degli altri cinque sindaci, che chiedono la testa di Gian Pietro Arca, quali Riccardo Uda (Macomer), Tore Ghisu (Borore), Francesco Manconi (Bolotana), Franco Scanu (Sindia) e Nino Muroni (Dualchi), che ritengono offensive le motivazioni che hanno portato il presidente Arca a sfiduciare il vice presidente dell'Unione, Francesco Manconi (sindaco di Bolotana) proprio sulla vicenda di Badde Salighes, che ha convinto alle dimissioni anche il sindaco di Borore, Tore Ghisu, aprendo ufficialmente la crisi politica all'Unione dei Comuni.

«Per il bene del territorio e delle sue comunità - scrivono i sindaci che sostengono il presidente Arca - abbiamo optato per il silenzio riservando le nostre considerazioni all'assemblea, a differenza di chi ha voluto dare immediatamente alla stampa la notizia, con un continuo susseguirsi di comunicati e dichiarazioni, proclamazioni e accuse di varia natura, come l'assoluto immobilismo dell'Unione dei Comuni, la paralisi dei servizi, l'abbandono del patrimonio dell'Unione, così originando una vera e propria crisi, che non può ritenersi propriamente politica, in quanto trae origine da fatti aventi rilevanza amministrativa, come sottolineato anche dagli altri sindaci. Crisi di cui, prima del 26 luglio scorso, non si era avuto nessun sentore».

Il Comunicato continua: «Nell'assemblea del 29 agosto ciascuno di noi, attenendosi ai soli fatti conseguenti alla nota vicenda di Badde Salighes, dopo averli valutati attentamente, ha ritenuto di dover continuare ad accordare la propria piena fiducia al Presidente Arca, e conseguentemente abbiamo respinto la richiesta delle sue dimissioni e votato per la surroga dei due assessori dimissionari. Abbiamo ritenuto ingiustificata la richiesta formulata dai sindaci di Borore, Macomer, Sindia, Bolotana e Dualchi, di remissione del mandato da parte del sindaco di Silanus, anche perché soltanto il sindaco di Macomer ha fornito una motivazione di carattere prettamente politico alla crisi politica dell'Unione».

Per i quattro sindaci, Gian Pietro Arca, su Badde Salighes ha saputo agire «con fermezza e prontezza. Quella propria di un presidente». Il documento precisa: «Le Unioni dei Comuni nascono per consentire ai piccoli comuni l'esercizio in forma associata dei servizi essenziali e per realizzare progetti di sviluppo socio-economico. Far prevalere le appartenenze politiche, porterebbe a privilegiare l'interesse personale del sindaco rispetto all'interesse della comunità». Da qui la richiesta di porre fine alla diatriba e affrontare nuovamente uniti i problemi reali legati al territorio.  

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