Tutto rinviato al 30 ottobre. Circa quattro ore di confronto non sono servite a far trovare una soluzione alla grave crisi politica all'Unione dei Comuni del Marghine.

I dieci sindaci restano perfettamente divisi e fermi nelle loro posizioni, così anche il presidente, Gian Pietro Arca, che non accetta le dimissioni suggerite a muso duro dai sindaci di Macomer, Bolotana, Borore, Sindia e Dualchi.

Nessuno però ha voluto abbandonare la seduta. Tutti i dieci sindaci, seppure con toni aspri, si sono confrontati senza esclusione di colpi, dando inizio ad un timido dialogo.

Rinviata anche l'approvazione dei due importanti argomenti all'ordine del giorno, quale la programmazione del Plus e l'avanzo di amministrazione.

«Nulla potrà essere approvato - dice il sindaco di Sindia, Franco Scanu - senza poter risolvere la crisi politica. L'azzeramento delle cariche è necessario».

Il presidente, Gian Pietro Arca, del quale si chiedono le dimissioni, aggiunge: «Si è aperto una sorta di dialogo. Si cercherà di trovare una quadra nella prossima assemblea. Non accetto però nessun diktat».

Le dimissioni le chiedono a muso duro tutti i cinque sindaci, quindi anche quello di Macomer, Riccardo Uda, che dice: «Siamo ostaggi della volontà del presidente,  che non accetta di dimettersi e azzerare tutto».

Francesco Manconi, sindaco di Bolotana: «Oggi è stato certificato che il presidente Arca non ha la maggioranza, oltre aver dimostrato incapacità e poca maturità politica». Dall'altra, Rita Zaru, sindaca di Noragugume, appare più possibilista. «Sono timide trattative, ma intanto si è rotto il silenzio».

Francesco Caggiari, sindaco di Bortigali:«"Forse i tempi sono maturi per prendere coscienza». Il sindaco di Borore, Tore Ghisu lo dice a chiare lettere: «Occorre ripartire e superare la situazione di stallo. Occorre azzerare tutto perché è necessario».

Il 30 ottobre si deciderà.  

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