La Sardegna ha sete. E non sono bastate le poche piogge primaverili a sistemare un quadro che, da mesi, si preannunciava di emergenza totale. Con l’estate in corso e il primo ciclone del Sahara che abbandona l’Isola, i territori dell’alta Baronia e della bassa Gallura iniziano ad avere sempre più difficoltà. «Una siccità estrema, che dopo la mancanza di piogge e la chiusura dell’irrigazione nei campi dall’invaso del Maccheronis quasi prosciugato, ha devastato il 100% delle colture agricole tra orticole in pieno campo ed erbai per il bestiame». A lanciare l’allarme, l’ennesimo nelle ultime settimane, è il sindaco di Torpè, Martino Sanna, che ogni giorno riceve decine di chiamate e segnalazioni verbali da parte dei suoi concittadini.

Per il primo cittadino quella in corso è una situazione «mai vista prima, con il picco emergenziale che deve ancora arrivare quando, tra fine luglio e agosto, decine di migliaia di turisti raggiungeranno i nostri territori per una vacanza da fare con poca acqua da bere, per cucinare e lavarsi nelle abitazioni. Un quadro devastante oggi e che rischia di sfuggire completamente di mano nelle prossime settimane». Così Sanna si appella alla Regione, in particolare all’assessore dell’Agricoltura, Gianfranco Satta, per chiedere interventi immediati a favore di agricoltori e cittadini. «Le nostre imprese, soprattutto quelle orticole, sono a un passo dal collasso. Con le perdite di questi mesi non hanno le risorse per affrontare l’emergenza e programmare quindi la stagione autunnale e invernale. I fondi annunciati in disponibilità da Satta devono arrivare subito, non fra tre o quattro anni. Per questo è necessario che gli uffici della Regione mettano in campo le migliori energie per assicurare una presenza forte delle istituzioni».

Sul versante dell’approvvigionamento idrico in zootecnia e nelle case sparse, Sanna ha ricordato che ora si sta assicurando attraverso le autobotti della Protezione civile e dell’Agenzia Forestas che, a brevissimo, dirotterà i mezzi verso le squadre antincendio. «Come Comune di Torpè – ha precisato – abbiamo già incaricato una ditta esterna per poter assicurare il servizio di fornitura, ma la preoccupazione sale in vista delle otto settimane di forte presenza turistica quando, con il fisiologico aumento dei consumi e del traffico su strada, sarà quasi impossibile continuare a garantire tale servizio a cittadini e allevatori. Inoltre – ha aggiunto – il livello delle scorte nel lago di Torpè sta scendendo notevolmente, anche per colpa delle alte temperature, mettendo a rischio la possibilità di poter potabilizzare le acque sempre più impure e interessate da fanghi e melme».

Per Sanna ormai è inevitabile ricorrere all’utilizzo di dissalatori che approvigionino la diga di Maccheronis o alla costruzione di una «condotta lampo» che «colleghi il nostro lago con quello del Liscia o del Cedrino». Con le autobotti infatti, seppur incrementate, «sarà impossibile affrontare l’intero quadro emergenziale. Il tempo dei tavoli è finito, adesso bisogna solo agire».

(Unioneonline/v.f.)

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