È ancora tutta da costruire, ma oggi a Macomer, per la realizzazione della Casa della Comunità nel territorio è stata posata la prima pietra. Vi è stata una grande partecipazione all'incontro promosso dall'associazione "Prima la Comunità", al quale hanno partecipato i sindaci e gli amministratori comunali del Marghine, medici di famiglia, rappresentanti delle forze dell'ordine, gli studenti e i dirigenti delle scuole superiori, i rappresentanti di varie associazioni, quelle di partiti politici ed esponenti del mondo del volontariato e diversi cittadini a vario titolo.

«Non un poliambulatorio e neanche un centro amministrativo decentrato». A dirlo è Maria Giovanna Porcu, direttrice del distretto sanitario di Macomer e referente territoriale dell'associazione "Prima la Comunità", che aggiunge: «La Casa di Comunità deve rappresentare un modello di salute per il territorio, vicino ai cittadini». Dello stesso avviso Serafino Ponti, direttore sanitario della Asl di Nuoro: «Si sta facendo un importante intervento nel territorio, anche sulle case di Comunità, che costituiscono la parte importante della nuova sanità».

All'incontro hanno preso parte i rappresentanti nazionali e regionali dell'associazione "Prima la Comunità", Lucia Coi, presidente del Centro di Servizio per il Volontariato in Sardegna, i rappresentanti del Comitato per la difesa della salute nel Marghine, il presidente del  comitato del distretto socio-sanitario, Silvia Cadeddu, il presidente dell'Unione dei Comuni, Gian Pietro Arca, e Antonello Caria, per l'associazione regionale "Prima la Comunità". Un incontro dove sono emerse le difficoltà a cui vanno incontro le comunità del Marghine. Delle case di Comunità se ne parla da 20 anni, ora però si vuole cogliere l'opportunità offerta dal Pnrr, per creare un punto di riferimento locale. «Abbiamo gli strumenti per realizzarla anche nel Marghine - dice Silvia Cadeddu - perché abbiamo il tessuto sociale e le varie associazioni. Speriamo bene». Il sindaco di Macomer, Riccardo Uda: «Sarebbe un'ottima soluzione. Ci dobbiamo concentrare e cooperare. Credo sia il benessere del cittadino a 360°». Francesco Nieddu, presidente del Comitato per la tutela della salute nel Marghine: «Un tassello importante per la costruzione della nuova sanità dal basso. C'è però ancora tanto da fare».

Oggi al Centro dei Servizi Culturali c'è stato un dibattito intenso e si è fatto intendere che l'opera deve essere da subito avviata e non solo fisicamente. All'inizio della manifestazione è stato osservato un minuto di chiasso per ricordare delle vittime del femminicidio.    

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