Ricomporre la crisi politica all'Unione dei Comuni del Marghine appare sempre più impresa ardua, a meno di cinque giorni dall'assemblea dei dieci sindaci, fissata alle 18 del 29 agosto. Si inaspriscono i rapporti tra gli stessi sindaci, che procedono divisi e con posizioni contrapposte. Anzi, il primo cittadino  di Bolotana, Francesco Manconi, in un lungo documento attacca su tutti i fronti.  Dito puntato contro l'atteggiamento assunto dal presidente dell'Unione, Gian Pietro Arca, in merito alla vicenda di Badde Salighes, che ha scatenato la crisi, e sull'intervento di due giovani imprenditori che volevano aprire un chiosco per bevande e alimenti nella vecchia caserma del borgo.

«Si è voluto diffidare perentoriamente due giovani che hanno eseguito un'opera meritoria con onestà, senza intenzioni predatorie, che andrebbero applauditi, mentre si è indulgenti verso cittadini che hanno occupato e vandalizzato i terreni e gli edifici di proprietà dell'Unione dei Comuni, con l'aggravante di trarne profitto»,  scrive tra l'altro Manconi, «non si dovrebbe governare un ente con isterismo, ma con saggezza e buon senso», dice ancora, «ritengo invece che i problemi da risolvere siano altri e molto gravi. I nostri cittadini, già svantaggiati e tormentati da una situazione di crisi che appare irreversibile, non hanno bisogno di ricevere diffide ma vero sostegno».

Gian Pietro Arca rischia quindi di perdere la presidenza dell'ente, vista la posizione di un folto gruppo di sindaci, che chiedono l'azzeramento delle cariche

«Si continua a cercare di spostare la discussione su un altro piano»,  risponde Arca alla requisitoria del sindaco di Bolotana, «evocando presunti problemi politici in seno all'Unione dei Comuni che, faccio sommessamente rilevare, fino al verificarsi dei noti fatti riguardanti Badde Salighes, non erano in essere. Ho sfiduciato il sindaco di Bolotana, invitandolo a dimettersi, perché  su  Badde Salighes ha mentito sapendo di mentire. Ho fatto ciò che dovevo senza titubanza alcuna, nell'esclusivo interesse dell'ente che rappresento, e ne sono orgoglioso. I colleghi sindaci assumeranno, legittimamente e democraticamente, le decisioni che ritengono, alle quali mi adeguerò così come ho sempre fatto. Sono sereno- conclude Arca- perché so di avere operato bene e aver contribuito a risolvere annosi problemi che caratterizzano l'Unione dei Comuni del Marghine. Farei nuovamente ciò che ho fatto, senza se e senza ma». La decisione finale su questa vicenda ora passa all'assemblea.

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