Mattia Moro, 29 anni, di Mamoiada, rappresenta la terza generazione di una famiglia di allevatori prima disillusi ("Mio nonno Francesco a un certo punto divenne pessimista sul futuro della pastorizia"), poi ricreduta ("Antonio, mio padre, ha fatto l'operaio e poi con la liquidazione compro' le capre") e infine determinata.

Ha un'azienda a Badu orgolesu, a qualche chilometro dal paese, e 250 pecore che munge a mano, assieme a Marco, 22 anni, servo pastore con diploma alla scuola agraria.

Al lavoro con Mattia c'è anche Anna, la compagna e mamma di Agnese, la loro bambina di tre anni.

Ha studiato canto e musica a Roma, oggi lavora in campagna e cura la vendita dei prodotti dell'azienda nel negozio in paese.

Mattia punta sulla filiera corta, dal produttore al consumatore.

Dalla semina del foraggio alla lavorazione del formaggio.

Diversifica la produzione: semicotto, yogurt, ricotta, creme spalmabili. "È il valore del mio lavoro. Il prezzo del latte così lo decido io, non gli industriali".
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