Sabato scorso l'incendio dello loro due auto. Martedì notte, lo scoppio di altrettanti ordigni, per quanto a basso potenziale. L'obiettivo degli attentatori sono due ambulanti senegalesi. E, per non lasciare adito a dubbi, qualcuno ha lasciato una minacciosa scritta su un muro vicino a casa loro: "Negri a morte". Per firma, una svastica.

Gli ordigni rudimentali non hanno fatto danni, a differenza del fuoco che pochi giorni prima aveva distrutto le automobili dei due immigrati. Ma sul raid messo a segno la notte scorsa in via Rossini pesa l'ombra inquietante della matrice razzista. La comunità di Torpè, sbigottita, si interroga e condanna: mai visto niente di simile. «Respingiamo la logica dell'intolleranza», dice con nettezza l'assessore Martino Sanna.

L'allarme

Gli scoppi si sono verificati intorno all'1.30 della notte tra martedì e ieri. Gli attentatori hanno agito con spavalderia, posizionando i due ordigni nella stessa via in cui è situata la stazione dei carabinieri. Una stradina parallela alla centrale via San Nicolò, che però risulta assai meno trafficata. L'esplosione è stata sentita in tutto il paese. A dare l'allarme sono stati i due ambulanti senegalesi, fatti balzare dal letto dai boati che hanno svegliato anche gli abitanti della zona. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Siniscola, in servizio nella zona. Inizialmente sembrava una delle tante misteriose vicende che negli ultimi mesi hanno scosso la quiete del paese. Poi la scoperta di quella scritta ha fatto emergere l'allarmante significato del raid.

Lo sdegno

I militari, coordinati dal capitano Andrea Leacche, indagano mentre arrivano le reazioni di grande indignazione e di ferma condanna. L'assessore all'Ambiente Martino Sanna dice: «Siamo sbalorditi per questa vicenda che non ha precedenti, respingiamo con fermezza la logica di chi si dimostra intollerante contro chicchessia e condanniamo quello che è avvenuto». Portavoce della preoccupazione del paese anche Francesco Spanu, personaggio del mondo dello spettacolo isolano: «Sono episodi vergognosi, non rappresentano la mia comunità. La nostra è gente laboriosa che ha la cultura dell'accoglienza, come virtù inviolabile. Sono gesti di individui che dimostrano di non aver rispetto dei nostri valori, offendono l'immagine del nostro paese».

Fabrizio Ungredda

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