Il referto è positivo, non c'è ancora l'ufficialità dal centro di riferimento nazionale di Teramo, ma secondo indiscrezioni i test hanno rilevato la presenza del virus della dermatite nodulare bovina anche nell'allevamento di Orotelli da dove nei giorni scorsi sono stati prelevati i campioni di sangue e di croste di alcuni animali.

Dopo l'allarme partito da Orani, c'è dunque un secondo focolaio nel paese vicino, quindici chilometri in linea d'aria.

Poiché la dermatite bovina rientra in classe A, ed è quindi considerata ad alto rischio di trasmissione, l'Isola è adesso osservata speciale, e mentre nei territori della zona di restrizione (che dal Nuorese si estende fino a parte delle province di Sassari e Oristano, alla Baronia, all'Ogliastra e alla Barbagia di Seulo) proseguono i controlli a tappeto nelle aziende per accertare l'eventuale presenza di altri contagi, i servizi veterinari sono in allerta sull'intero territorio nazionale.

Nelle aziende della zona di protezione (fino a venti chilometri dai focolai) e in quelle della cintura di sorveglianza (in un raggio di altri trenta chilometri), vengono effettuate le visite cliniche sugli animali, ma si punta soprattutto sull'indagine entomologica per l'individuazione dell'insetto vettore del virus, che potrebbe essere una zecca, oppure un culicoide, o una zanzara.

Intanto gli allevatori devono far fronte ai danni e al mancato guadagno derivanti dall'ennesima peste. Stringono i denti, e dovranno farlo per una settimana ancora, fino al termine dei dieci giorni di blocco della movimentazione del bestiame.

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