Si alza l'attenzione in Sardegna dopo che un cinghiale abbattuto alcuni giorni fa a Oliena, in località Neosula, è risultato positivo al pericoloso parassita della trichinella.

Sono stati i veterinari della Regione a prelevare i campioni e a consegnarli all'Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) di Nuoro per le analisi.

Il ritrovamento aggiorna, dunque, la mappa sulla presenza della trichinella in Sardegna, che fino a oggi aveva riguardato solo cinghiali, maiali bradi o volpi rinvenuti nel territorio di Orgosolo.

L'appello dell'Izs è quindi ai consumatori "affinché acquistino carni e salumi di provenienza certificata e con i dovuti controlli sanitari", ma anche ai cacciatori "perché continuino a prelevare e consegnare i campioni dai cinghiali abbattuti".

"Solo grazie alla loro collaborazione - spiega il responsabile dell'Istituto di Nuoro, Ennio Bandino - possiamo mettere al sicuro la salute dei cittadini e garantire il monitoraggio sulla presenza del parassita nel territorio".

"Con la trichinella non si scherza - avverte quindi l'esperto - Si tratta di un parassita molto pericoloso che, se non gestito con la giusta tempistica, può causare gravi problemi di salute all'uomo e, in casi estremi, può portare al decesso".

TRASMISSIONE E SINTOMI - Il parassita si localizza inizialmente a livello intestinale, per dare poi origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli dove si incistano. La trasmissione all'uomo avviene esclusivamente per via alimentare con il consumo di carne cruda o poco cotta contenente la larva del parassita. Il periodo di incubazione è di circa 8-15 giorni, con variazioni da 5 a 45 giorni a seconda del numero dei parassiti ingeriti. La trasmissione può avvenire attraverso il consumo di carni suine (maiale e cinghiale) o equine. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea, dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.

(Unioneonline/v.l.)
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