Presente e futuro delle zone interne della Sardegna al centro della VII edizione del "Premio Nino Carrus", appuntamento a cadenza biennale nato con l'obiettivo di dare un contributo concreto a temi fondamentali per lo sviluppo isolano: sviluppo locale, promozione territoriale e impegno politico e sociale a vantaggio delle piccole comunità.

«Il titolo scelto quest’anno è "Presente e futuro delle zone interne della Sardegna: resistere o pensare a sviluppare una nuova esistenza? Proponi idee e progetti in forma di politiche pubbliche, di iniziative imprenditoriali, sociali e culturali», spiega Fausto Mura, presidente onorario dell’associazione bororese Nino Carrus. «E’ nato per stimolare singoli e gruppi a riflettere sull'oggi e sul domani delle zone interne, con l'auspicio che dallo studio e dalle analisi proposte possano derivare idee e progetti utili».

La VII edizione del premio è rivolta a tutti i cittadini sardi, e in alcuni casi anche ai cittadini non sardi, che al momento della scadenza del bando non abbiano superato i 45 anni di età.

Tre i premi in palio: il primo, pari a 2.500 euro, all'elaborato più completo, secondo premio di 1.500 euro, all'elaborato più originale nelle proposte attuabili e il premio "Comune di Borore" pari a 1000 euro.

La domanda per partecipare al Premio, corredata dall'elaborato, dovrà essere presentata entro il termine ultimo del 30 settembre 2023 secondo le modalità indicate nel Bando.

La graduatoria dei vincitori, stabilita da una apposita Commissione di esperti designati nelle prossime settimane dal direttivo della Carrus, sarà pubblicata sul sito internet dell'associazione.

La premiazione, prevista a dicembre prossimo, si terrà nella sala consiliare "Nino Carrus" di Borore, con una cerimonia pubblica.

«Auspichiamo – afferma Rosanna Carboni, presidente della Carrus – che siano tanti i sardi, giovani e meno giovani, a livello personale o in gruppo, a volersi cimentare in un lavoro non certo semplice, ma che può offrire spunti di sicuro interesse per il futuro delle nostre comunità, troppo spesso penalizzate e depauperate di risorse e servizi».

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