La tecnologia è pronta a invadere le campagne, a dare la scossa a quel comparto che in Sardegna annovera 46 mila imprese e 75 mila addetti. «Nel mondo dell’agrifood possiamo ipotizzare l’utilizzo delle mappe satellitari per i campi, i sensori innovativi, il ricorso a particolari centraline per l’irrigazione», dice Antonio Solinas, direttore ricerche e sviluppo di Abinsula. Da Fonni l'agroalimentare isolano si compatta, strizza l’occhio all’innovazione e alla sostenibilità. Tutto possibile con il supporto di Sardegna Ricerche: «Le nostre imprese devono essere più efficienti», afferma Giacomina Cadau.   

Cambio di passo

Con il 32 per cento delle attività regionali, l'agrifood rappresenta la prima filiera sarda per incidenza del numero di imprese. Ci sono quelle legate alla produzione, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti alimentari. Ecco perché ieri nel paese montano si è svolto il convegno organizzato da Sardegna Ricerche dal titolo “Agrifood Sardegna: innovazione e sostenibilità per lo sviluppo del territorio”. «Le piccole imprese che producono agroalimentare sono soprattutto nei nostri paesi», dichiara la sindaca di Fonni, nonché imprenditrice, Daniela Falconi. «Dobbiamo partire da qui, per fare in modo che queste attività possano rafforzarsi ed essere sempre più competitive, in modo da ravvivare i nostri centri e contrastare lo spopolamento».

Coesione

Esperti a confronto, e un concetto ricorrente: il settore dell’agrifood garantisce importanti occasioni di sviluppo. D’altronde, è senza dubbio tra quelli di maggiore interesse nel quale sperimentare l’integrazione di tecnologie innovative per garantire miglioramenti alla produttività. «Siamo convinti che grazie ai nostri finanziamenti, e creando una rete tra circuito della conoscenza e delle imprese, si possa fare tanto per l’intero comparto dell’agrifood», sostiene Giacomina Cadau di Sardegna Ricerche. «Abbiamo già finanziato alcuni progetti. Mi auguro che possano arrivare nuove proposte innovative». Le idee non mancano. «Adesso anche la politica deve fare la sua parte», dichiara il direttore regionale di Coldiretti, Luca Saba. «Chiediamo attenzione per un territorio ricco di potenzialità».

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