«È rischioso». «Perché quest'azzardo?» E ancora: «Aprire un'attività in questo periodo?» Quando Sabrina Uccheddu, fisioterapista di 44 anni, ha comunicato a banca, commercialista e famiglia la sua intenzione di voler rilevare l'attività in perdita di due perfetti sconosciuti, comprarne la merce, appianare i debiti e assumere entrambi come dipendenti, le reazioni non potevano che essere queste: non esattamente incoraggianti. Non sono però le leggi della contabilità o del rischio finanziario quelle alle quali si è affidata la donna nella sua scelta: «Ho agito seguendo il mio cuore», dice. Ma cosa può aver spinto una professionista in campo sanitario, già manager di un reparto riabilitativo, a osare tanto fuori dal proprio campo di competenza?

Aiuto ricevuto, aiuto dato

«Volevo soltanto essere d'aiuto a due persone che meritavano una seconda possibilità, così come tempo fa, quando ne ho avuto bisogno, qualcuno ha dato una mano a me». A beneficiare della sua generosità sono stati Loredana Tagliafierro, 48 anni, e Arturo Olla, 49: lei, originaria di una frazione di Caserta, lui di Arbus. Sposati, genitori di due figli, si sono trasferiti a Guspini soltanto un anno fa, ma già da due gestivano in paese un piccolo negozio di borse e articoli da regalo.

Fra sogno e realtà

«Avere un'attività - spiega Loredana - è sempre stato il mio sogno. Avevamo aperto nel giugno 2018, pieni di entusiasmo e speranza. Ma in poco tempo ai mancati incassi si sono sommate le difficoltà nel far fronte ad affitti e bollette. Le spese hanno iniziato ad accumularsi e, a febbraio di quest'anno, ci eravamo decisi a mettere il negozio in vendita». Poi, a marzo, l'emergenza coronavirus impone alle attività come quella di Loredana e Arturo di chiudere. «Le cose erano già piuttosto complicate così, ma avendo dovuto abbassare la serranda per mesi - racconta - abbiamo avuto davvero difficoltà e temevamo per il peggio. Proprio durante il lockdown abbiamo fatto la conoscenza di Sabrina: è stato grazie a lei che, fornendoci il materiale necessario, abbiamo convertito il negozio in una rivendita temporanea di mascherine e presidi sanitari. Così siamo riusciti a tenere botta fino a maggio, quando riaperte le attività commerciali abbiamo finalmente potuto risolvere tutto».

La benefattrice

«Conoscendoli - riprende Uccheddu - non ho potuto fare a meno di notare quanto fosse forte la voglia di farcela di questa famiglia. Erano generosi, pieni di spirito d'iniziativa e di buona volontà, nonostante il periodo difficile che stavano attraversando e tutte le porte in faccia ricevute. Allora mi sono ritrovata a pensare a quando anch'io ho avuto bisogno di qualcuno e l'ho trovato in una persona soltanto. Ecco, io ho voluto essere per loro quella persona. Mi sono decisa: avrebbero riaperto il negozio».

Rinascita

Così, acquistata in blocco la merce e chiuse le pendenze, i tre sono partiti alla ricerca di un nuovo spazio che ospitasse l'attività: e l'hanno trovato al 45 di via Gramsci. Dopo tanto olio di gomito per tirare a lucido il locale e il sostegno di commercianti, professionisti e amici che hanno dato una mano per abbattere i costi, sabato scorso il negozio ha aperto: Sabrina Uccheddu ne è la titolare, ma sarà la coppia a gestirlo.

Tutti insieme, hanno deciso di chiamarlo "Aurora": come la figlia di Sabrina, ma anche in segno di augurio. Perché la nuova vita della famiglia Olla possa procedere serena e radiosa come un'alba.

Francesca Virdis

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