Centoventi pagine, allegati compresi, per dire no al progetto di trasformazione in albergo di lusso sul mare con annesso centro benessere dell'ex colonia marina di Funtanazza ridotta ormai un rudere.

Lo Sportello unico attività produttive del Comune di Arbus ha respinto la richiesta di riqualificazione della struttura in prima fila sul mare della Costa Verde al termine di una conferenza di servizi virtuale alla quale avevano titolo a esprimere un parere tecnico trentasette enti pubblici.

Lo stesso ufficio urbanistica del Comune di Arbus aveva rilevato che il progetto non si poteva approvare allo stato attuale visto che l'amministrazione non ha un Piano urbanistico adeguato al Piano paesistico regionale e al Piano di assetto idrogeologico.

Il Geoparco ha sostenuto che in un contesto di rilevanza storica per il passato minerario del Guspinese-Arburense, le norme di tutela del Parco geominerario impediscono la demolizione e la ricostruzione dell'ex colonia per i figli dei minatori. Ancora più tecnico il parere della Sovrintendenza ai Beni culturali che ha negato il nulla osta paesaggistico ("non si può applicare il piano casa invocato dalla società Riva di Scivu, azionista l'ex governatore della Sardegna Renato Soru").

Secondo i tecnici del Ministero, non si tratta di una riqualificazione di una struttura ricettiva esistente, ma di una costruzione ex novo frutto di una demolizione e di una ricostruzione che in quel contesto la legge non ammette perché modificherebbe il paesaggio storico minerario.

In pratica l'unico intervento allo stato attuale consentito a Funtanazza sarebbe la ritrutturazione dell'esistente, come è accaduto per l'hotel le Dune a Piscinas.
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