«Benvenuti in Africa». Questo si leggeva su uno striscione affisso all’ingresso di Villanovaforru. Un paese di circa 600 abitanti che da anni accoglie, senza tensioni, un centinaio di migranti. 

Se è scattata la protesta, un motivo c’è: la Prefettura di Cagliari, che esegue il volere del Governo,  vuole aumentare il numero di stranieri («altre decine») e vuole farli alloggiare nelle tende. Una decisione comunicata nei giorni scorsi al sindaco Maurizio Onnis, che ha deciso di convocare un’assemblea pubblica per rendere partecipe la cittadinanza. Finora Villanovaforru ha fatto la sua parte. E la comunità non sembra voler subire ulteriori imposizioni. 

«Il paese, seicento abitanti, ospita quasi un centinaio di migranti, li ospita da otto anni e si è sempre distinto per l’accoglienza pacifica e dignitosa di uomini, donne e bambini venuti da lontano in cerca di una vita migliore», spiega Onnis.

«Il paese non vuole che ne arrivino altre decine, come annunciato dalla prefettura e, soprattutto, non vuole che vengano alloggiati in tende», ha aggiunto il primo cittadino, «al prefetto l’abbiamo detto molto chiaramente: le tende riducono Villanovaforru a campo profughi. Non è il destino della Marmilla, non è il destino della Sardegna. Non è una prova di rispetto da parte dello Stato».

Onnis ha fatto rimuovere lo striscione «perché non mi piacciono i colpi di testa, perché dobbiamo agire uniti e perché aborro qualsiasi cosa assomigli anche solo lontanamente al razzismo. Ma è ovvio: se devo scegliere a chi essere fedele, Stato o comunità, scelgo la mia comunità».

Enrico Fresu 

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