Ricordate l’Expo di Milano e la grande battaglia per far “partecipare” anche il maialetto sardo?

C’era il via libera agli hamburger di coccodrillo e di zebra, per dire, ma al nostro porchetto no, era (e lo è ancora) bollato come infetto, perché la Sardegna è l’unica regione italiana con la peste suina africana.

Alla fine di un lungo braccio di ferro, ecco finalmente l’autorizzazione, in via del tutto eccezionale, alla carne cotta, a condizioni severissime.

Oggi, un anno dopo, non è cambiato niente: esiste, in tutta l’Isola, una sola azienda – la società cooperativa Genuina di Ploaghe - autorizzata a portare fuori dalla regione il porchetto (e altri prodotti fatti con carne di maiale) nato e allevato in Sardegna, rigorosamente termizzato (cioè cotto ad almeno 80 gradi al cuore), e la “licenza”, conquistata a costo di mille sacrifici e spese, è a tempo.
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