Hanno chiesto chiarimenti, con un attacco al Gran Maestro Fabio Venzi. Hanno ricevuto una risposta immediata: colonne rase al suolo, la loro loggia è stata demolita. Si sta consumando una guerra dove al momento non si parla di esclusione di colpi in una parte della Massoneria, quella che fa riferimento alla Gran Loggia Regolare d’Italia. 

Da una parte i “fratelli” sardi: i primi a subire i provvedimenti di espulsione sono stati gli appartenenti alla Loggia San Giorgio n° 262 di Cagliari (sede di riunione in via Sonnino) ma stando a indiscrezioni altre organizzazioni di pari livello stanno per essere “colpite” nel resto dell’Isola, tra Nuoro  (la Loggia Nur n° 103) e Olbia (la Loggia Ilisso n° 257). In ballo ci sono anche gli iscritti della Loggia Prometeo n° 300 e la metà degli appartenenti alla Loggia Pitagora n° 175 di Cagliari.  Dall’altra i vertici della Glri guidata, da ormai 22 anni, da Venzi. 

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Fino ai giorni scorsi lo scontro era rimasto all’ombra dell’Arco reale. Ma il 31 marzo numerosi massoni sardi (tra loro molti medici, imprenditori e professionisti) hanno sottoscritto un documento di contestazione.  Si parte da una questione di obbedienze: «Apprendiamo dai mezzi di comunicazione di massa che la Gran Loggia Unita d’Inghilterra in data 8 marzo ha riconosciuto il Grande Oriente d’Italia», si legge, «la notizia ci stupisce perché Voi, Gran Maestro, non ci avete detto nulla, ritenendoci probabilmente non degni di esserne informati. Vi chiediamo perché». Il Goi è l’obbedienza con più iscritti in Italia. La Glri ne conta poco più di duemila in tutto il Paese.

Nel documento poi iniziano le accuse: «Noi abbiamo assistito nei lunghi e interminabili 22 anni della Vostra Gran Maestranza», scrivono i fratelli a Venzi, «a un lento e continuo deterioramento della sua immagine in Italia e all’estero. Prima del vostro avvento, la Glri è stata la punta di diamante della Massoneria inglese, ha partecipato a eventi massonici internazionali, ma con Voi è calato il silenzio. Vi siete arroccato su Roma e avete governato in maniera del tutto arbitraria». 

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Speculazione e esoterismo? Non solo. I massoni sardi scrivono al Gran Maestro che «siete stato Voi, e solo Voi, a trarne da sempre il massimo beneficio, come si evince dai bilanci. Prendiamo solo a titolo di esempio l’ultimo bilancio del 2021,  approvato e certificato», si legge, «voi, Gran Maestro, siete stato il costo più alto, che corrisponde a 234.670 euro con un’incidenza del 27,80% sul totale dei proventi che ammontano a 844.100». Ossia il fondo cassa che deriva dal versamento delle capitazioni di ogni iscritto. 

 La Gran Loggia, per i sardi, a causa di questa gestione ha perso iscritti: «Da quando siete stato eletto nel lontano 2001 è sembrata un hotel con la porta girevole all’ingresso: profani che entrano e massoni che escono. Ne sono entrati circa 11.000 e ne sono usciti circa 9.000, con una rimanenza attuale di circa 2.000. È un fallimento totale». A chiudere, l’ovvia richiesta di dimissioni. 

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Dall’invio della missiva non sono passate nemmeno 48 ore che a Cagliari è arrivato il  decreto di demolizione della loggia, firmato dal Gran Segretario Franco Costa: tutti i “dissidenti” sono stati espulsi perché il contenuto della loro lettera è stato considerato «gravemente offensivo». Ed è stata imposta la restituzione di tutta la documentazione «sull’attività della loggia e dei suoi membri, di cui non deve essere fatta copia fotostatica». 

La battaglia massonica sembra essere solo all’inizio. 

Enrico Fresu

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