Segno positivo per i contratti a tempo indeterminato e quelli a termine: il 2017 in Sardegna sembra essere iniziato bene sul fronte dell'occupazione. I numeri li ha forniti l'Istat, confrontando i risultati del primo mese di quest'anno con quelli del gennaio 2016. Nei 31 giorni presi in considerazione sono stati 2.236 i lavoratori del settore privato che hanno conquistato nell'Isola un posto fisso, in aumento del 4,8% rispetto ai 2.133 di un anno prima.

Sono cresciuti del 18% anche i posti a tempo determinato, passati dai 5.154 dello scorso anno ai 6.094 del 2017. Gennaio ha visto anche un piccolo boom dei contratti di apprendistato: i lavoratori che hanno iniziato in quel mese un temporaneo periodo di affiancamento retribuito sono stati infatti 145 contro i 91 dello stesso mese del 2016 (+59,3%). In lieve calo invece i contratti stagionali, scesi del 4,1% da 320 a 307.

LUCI E OMBRE - Il saldo complessivo delle assunzioni in Sardegna si è chiuso comunque con un confortante +14%. "La speranza è che il dato positivo di questo inizio anno possa essere confermato nei prossimi mesi", dice la segretaria regionale della Uil Francesca Ticca: "È comunque vero che dal mercato arrivano segnali economici che non sembrano supportare una ripresa dell'occupazione". Le buone notizie giungono però anche sul versante delle stabilizzazioni: sono stati 856 i precari sardi che lo scorso gennaio hanno visto coronare il sogno di un posto fisso, quasi il 20% in più dei 715 lavoratori stabilizzati nello stesso periodo del 2016.

Gli apprendisti assunti in azienda con contratti a scadenza, e passati da 68 a 65, hanno limitato la crescita complessiva delle trasformazioni di contratto al 17%.

"La prudenza ci invita ad aspettare almeno la chiusura del prossimo trimestre - osserva Ignazio Ganga, numero uno della Cisl in Sardegna - soprattutto perché l'incremento registrato quest'anno è stato misurato rispetto al peggior gennaio, quello del 2016, del triennio appena concluso. Anni in cui, specialmente il 2015, gli incentivi governativi avevano innescato un boom delle assunzioni".

LE CESSAZIONI - In effetti lo scorso gennaio si è anche licenziato di più: sebbene le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato siano calate dalle 2.649 del 2016 alle 2.366 di quest'anno, i licenziamenti dei precari hanno fatto un salto dai 3.473 di inizio 2016 ai 4.164 dell'anno successivo. Il bilancio finale dei licenziamenti, considerate le cessazioni di apprendistato (-0,02%) e di contratti stagionali (+1%) ha raggiunto così un poco lusinghiero +6%, oltre il doppio della media italiana ferma al 2,7%.

"Mi piacerebbe essere smentita nei prossimi mesi - riprende Ticca - ma temo che le scarse politiche sul lavoro attivate dalle istituzioni non riusciranno a mantenere standard occupazionali soddisfacenti".

LE ALTRE REGIONI - Eppure a gennaio 2017 l'Italia ha fatto peggio della Sardegna. Le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, sono risultate 511.000, aumentate del 7,3% rispetto a gennaio 2016 (quasi la metà del dato sardo), subendo inoltre un tonfo dei nuovi contratti a tempo determinato (-9%). I contratti trasformati da tempo determinato a indeterminato inoltre sono risultati 42.000, segnalando una lieve riduzione rispetto a gennaio 2016 (-1%), mentre le cessazioni sono state 368.000, in aumento rispetto all'anno precedente del 2,7%.

"Speriamo che questi numeri vengano confermati fra qualche mese da aziende che riaprono i cancelli e giovani che trovano un ruolo nel tessuto produttivo regionale", conclude Ganga: "Solo un'economia sana potrà garantire posti di lavoro stabili e duraturi. Il recente passato ci ha infatti insegnato che a causa di flessibilità e licenziamenti facilitati le agevolazioni sulle nuove assunzioni non sono sufficienti senza politiche industriali che le accompagnino".

Luca Mascia
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