I nuovi bus dell’Arst non arrivano per colpa della guerra in Ucraina e della “conseguente crisi internazionale di alcuni mercati”.

Si spara nel Donbass, rischiano di non arrivare puntuali a scuola gli studenti del Sulcis, del Parteolla e del Medio Campidano. Da questi territori sono arrivate le proteste più recenti dei sindaci, a difesa dei loro ragazzi.

La spiegazione dei disagi è arrivata dai vertici dell’azienda dei trasporti Roberto Neroni (amministratore unico) e Carlo Poledrini (direttore generale), convocati dalla commissione del consiglio regionale che si occupa dei trasporti.

Le principali domande sulla criticità del servizio sono state poste dagli esponenti dell’opposizione Roberto Li Gioi (M5S), Roberto Caredda (Misto) ed Annalisa Mele (Riformatori).

“Siamo di fronte ad una situazione anomala dovuta alla guerra in Ucraina e alla conseguente crisi internazionale di alcuni mercati”, hanno spiegato Poledrini e Neroni, “che ha determinato gravi ritardi nella costruzione e nella consegna dei nuovi mezzi (oltre all’aumento dei prezzi), obbligandoci a chiedere temporaneamente il supporto delle aziende private. Secondo il piano strategico aziendale”, hanno proseguito, “dovrebbero arrivare 200 nuovi mezzi entro il 31 dicembre e altri 500 entro il prossimo giugno, e molti di questi saranno elettrici o ibridi di ultima generazione”.

Durante l’audizione sono stati loro a sottolineare l’esistenza di altri problemi: l’Arst ha auspicato un “coordinamento più incisivo della Regione perché, nella quotidianità, l’autonomia scolastica consente a ogni singolo istituto di programmare orari di ingresso e di uscita, giorni di chiusura e turni di ‘settimana corta’, che rendono difficilissimo programmare i flussi di trasporto”.

A questa parte della seduta della commissione non ha partecipato la Lega: “Parleremo di trasporti solo quando ci sarà il nuovo assessore”, ha detto il capogruppo, Pierluigi Saiu. 

(Unioneonline/EF)

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