L’acquazzone estivo non basta: bacini sardi a metà, 247 milioni di metri cubi in meno rispetto al 2023
Numeri impressionanti dal monitoraggio ufficiale: rischio restrizioni anche per le utenze domestichePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un temporale mattutino passeggero sulla Sardegna meridionale, ma niente di più. Le piogge di questa mattina non servono per placare la grande sete dell’Isola, certificata nuovamente dai desolanti numeri dei coefficienti di riempimento degli invasi artificiali che danno acqua alle campagne e alle case dell'Isola.
I bacini sardi sono pieni a metà e alcuni sono anche sotto questa soglia. Secondo il monitoraggio degli invasi e preallarme siccità dell'autorità di bacino della Regione, la percentuale di riempimento è pari al 50,2%, 21 punti al di sotto dello stesso periodo del 2023: mancano circa 247 milioni di metri cubi.
In termini assoluti su 1824 milioni di metri cubi invasabili, al 31 luglio ce ne sono disponibili solo 915.80 milioni mentre al 30 giugno erano 1048.06 milioni, ossia il 57.4%.
La crisi idrica è conclamata nelle campagne ma a preoccupare, in assenza di precipitazioni, è l'autunno. Le piogge arrivano sempre più tardi e le restrizioni, se continuerà a non piovere, potrebbero non riguardare più solo le aziende agrozootecniche ma anche le utenze residenziali.
Qualche comune è già corso ai ripari cercando pozzi di acqua sotterranea e prevedendo l'installazione di dissalatori.
La sete si fa sentire di più nel Sulcis (35%), ma, a parte l'invaso del Liscia in Gallura al 64% e il distretto del Tirso (al 75.4%), anche tutte le altre dighe devono fare i conti con la poca acqua invasata: dall'Ogliastra alla Baronia, sino al nord Sardegna. Quest'anno non si salva neppure la zona idrografica del Flumendosa-Campidano-Cixerri dove c'è solo il 35.7% di acqua.
Da considerare poi che potrebbero aumentare i costi per la depurazione: pescando dal fondo dei bacini l'acqua va trattata con più cura e questo fa lievitare i costi per il gestore idrico, che si riverberano poi nella tariffa ai clienti finali.
(Unioneonline)