Villagrande, riparte il cantiere di Figu Niedda. Sul muro i caschi degli operai morti sulla provinciale 27
Ieri le salme di Ahmed Tafrih, Mohamed Rizk e Hamouda Thamer hanno lasciato l’Isola a bordo di un traghetto: verranno rimpatriate al Cairo per la sepolturaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il cantiere di Figu Niedda s’è fermato in segno di rispetto. A poco più di una settimana dalla tragedia sulla provinciale 27, dove hanno perso la vita Ahmed Tafrih, Mohamed Rizk e Hamouda Thamer, i tre carpentieri egiziani che lavoravano come cottimisti nel canale del centro abitato, l’intervento strutturale (coda dei lavori post-alluvione) riprenderà domani.
Sul muraglione in cemento armato nessuno ha osato spostare i caschi protettivi utilizzati dagli operai nordafricani arrivati da Pavia. Li avevano lasciati appesi il venerdì precedente la tragedia, dandosi appuntamento con gli altri operai al lunedì successivo. Non potevano sapere che sul ponte di Sothai avrebbero incrociato la morte.
Sul muraglione di Figu Niedda è rimasto appeso anche il casco del loro collega che il 30 novembre sarebbe dovuto salire sulla Volkswagen Golf per andare a Tortolì a fare la spesa, ma che all’ultimo aveva deciso di restare a casa perché in attesa di una telefonata dai suoi familiari che vivono in Egitto. È stata la telefonata salvavita.
Le salme dei tre carpentieri, dopo essere state sottoposte ad autopsia su disposizione del pm Valentina Vitolo, hanno lasciato ieri l’Isola, a bordo di un traghetto partito da Porto Torres. Hanno raggiunto Milano-Malpensa e da qui verranno rimpatriate al Cairo per la sepoltura.
