Il primo risale al 4 febbraio 1990: Carrucciu era un ex dipendente della Usl, faceva il portantino, con poca voglia, in verità: era spesso in malattia e si dedicava ad altro, droga e dintorni. Aveva debiti, più di gioco che di droga, con la banda di Mario Tidu. Non lo perdonarono. Il commando assassino era composto da tre persone, Antonio Strazzera, Gigi Paderi, e un terzo il cui nome è ancora coperto dal segreto istruttorio. All'alba del 4 febbraio 1990 lo chiamarono, uscì di casa, lo portarono in macchina fino al bivio per Burcei, vicino alla casermetta della Forestale. Forse non volevano ucciderlo, soltanto punirlo, fargli prendere un bello spavento, insomma. Ma probabilmente ebbe la pessima idea di ribellarsi, e fu la sua condanna. Lo trovarono in campagna, rannicchiato su se stesso, massacrato con cinismo e freddezza. Agli olandesi non andò meglio, anche se fu recuperato soltanto il cadavere di Mariano Deidda, un cuoco cagliaritano da anni emigrato in Olanda. Lo ammazzarono con due colpi di revolver calibro 7,65 alla testa. Quando fu rinvenuto, il 22 aprile 1991, mezzo sepolto in una cava di Pirri, vicino alle Fornaci Scanu, era scomparso da tre giorni. Non era uno sconosciuto per gli inquirenti, aveva già avuto a che fare con quale piccolo traffico di droga. Seguirono, infatti, quella pista. Portava dritti verso Diego Porcedda, altro cagliaritano emigrato in Olanda, scomparso proprio in quel periodo in Sardegna. Si pensò addirittura a lui come all'assassino, come avevano sperato i due che, per le forze dell'ordine, sono gli esecutori materiali del delitto, Gigi Paderi e Riccardo Piras. Quest'ultimo fu pure arrestato per il delitto Deidda, ma l'inchiesta fu presto archiviata. Ora che evidentemente c'è qualcosa di più (pentiti e testimoni oculari) gli viene contestato anche l'omicidio Porcedda: i collaboratori dicono che è stato ucciso insieme a Deidda e fatto sparire. Ma il corpo, quello no, non è mai stato recuperato. Gliolandesi si pensava avessero appena trasportato erano in Sardegna una partita di droga: si sarebbe dunque trattato, di un duplice delitto a scopo di rapina.E non è ancora finita. Alle bande arrestate nei giorni scorsi vengono imputati tanti altri reati. Traffico di armi, innanzitutto: mitra, fucili a pompa, perfino bombe a mano. Una, del tipo 'ananas', fu trovata inesplosa il giorno della sparatoria contro la casa di Andrea Manca, a Is Mirrionis. E strage: quest'accusa si riferisce all'attentato contro Andrea Manca del 10 giugno 1991 per il quale Mario Tidu e Fabrizio Zucca sono già stati condannati. Del commando facevano parte anche altre cinque uomini. Volevano uccidere Andrea Manca facendo esplodere una bomba, ma colpirono due ragazzini. Il giorno dopo ci riprovarono in quattro, agli ordini di Tidu: fucilate contro le finestre della casa di Andrea Manca che rispose al fuoco insieme a Walter Tavolacci. Non era Far west, era Cagliari, Is Mirrionis.

M. F. CH.
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