La scuola di nuovo in piazza. Il primo punto delle rivendicazioni della categoria è il rinnovo del contratto, fermo dal 2009, e poi, a seguire, la libertà di insegnamento, il personale amministrativo tecnico e ausiliario (Ata), maggiori investimenti nell’istruzione, la scomparsa del precariato, la riscrittura della legge 107, la “Buona scuola”, con l’introduzione di meccanismi oggettivi di progressione della carriera e la cancellazione dei super poteri dei dirigenti sulle chiamate dirette.

E per quanto riguarda l’Isola, la proposta alla Regione è di avviare una battaglia con il governo, «perché gli studenti sardi devono avere gli stessi identici diritti di tutti i giovani italiani».

Domani c’è sciopero nazionale, organizzato da Cgil, Cisl, Uil e Snals. In Sardegna sono in programma due grandi manifestazioni: a Cagliari, alla calata Darsena, dalle 9 alle 14, con il presidio interprovinciale dei territori di Cagliari, Oristano, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e Ogliastra, l’intervento - tra gli altri - di Gigi Rossi (della segreteria nazionale Flc Cgil) e le conclusioni di Ivana Barbacci (segreteria nazionale Cisl scuola); e a Olbia, dove confluiranno anche le sigle del Nuorese, in via Porto Romano alle 11.30, con la chiusura affidata ad Anna Fedeli, della segreteria nazionale Flc Cgil. In un documento unitario firmato dai segretari regionali Ivo Vacca (Flc Cgil), Maria Giovanna Oggiano (Cisl scuola), Alessandro Cherchi (Uil scuola) e Maria Biosa (Snals Cnfsal), le ragioni dello sciopero, a livello nazionale e territoriale.
© Riproduzione riservata