L’Italia si prepara ad abbandonare il carbone entro il 2025, ma questo non vale per l’Isola, che dovrà aspettare. Per i segretari di Cgil e Filctem Sardegna – Fausto Durante e Francesco Garau – quanto annunciato oggi dal ministro Picchetto Fratin, «è il sigillo definitivo del fallimento della politica energetica in Sardegna del governo nazionale e di quello guidato negli ultimi anni da Solinas e dal centrodestra». Il ministro del governo di Giorgia Meloni ha infatti confermato che gli obiettivi della decarbonizzazione al 2025 verranno rispettati ovunque in Italia tranne che nell’Isola.

Il “phase out” dal carbone – come illustrato da Picchetto Fratin – ha richiesto anche la pianificazione di nuova capacità sostitutiva a gas. «Questo è avvenuto in altre regioni d’Italia – accusano i sindacati – mentre qui il piano di metanizzazione indispensabile all’uscita dal carbone, ad affrontare la transizione fino ad arrivare all’utilizzo dell’idrogeno e a rilanciare il sistema produttivo, è stato sostanzialmente boicottato»

«Il rinvio definitivo in Sardegna dimostra, ancora una volta, che non c’è stato il dovuto impegno né probabilmente la volontà di colmare il divario che separa la Sardegna, unica regione d’Italia e d’Europa a non disporre della fonte metano, dal resto d’Italia», conclude la Cgil, con l’appello alla presidente della Regione Todde «affinché si adoperi fin da subito per ribaltare questa gravissima situazione e chiede la convocazione il prima possibile di un confronto sui temi energetici con le parti sociali».

(Unioneonline/v.f.)

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