«Qui in Italia vogliono ammazzare un’orsa, facciamo qualcosa». È il messaggio che Simone Masala, designer cagliaritano di 47 anni, ha inviato ad esperti delle intelligenze artificiali di tutto il mondo. Dove non può arrivare l’uomo, questo il senso, può arrivare l’arte: il piano, mandare un messaggio utilizzando le immagini e provare a salvare l’ormai celebre orsa Jj4. La mobilitazione è stata immediata: da Taiwan alla Malesia, passando per la Francia, gli artisti hanno messo mano ai software, facendo correre le idee. 

C’è chi, come il francese Mollet, ha pensato Jj4 dietro alle sbarre, come in cella. Simone, invece, l’ha immaginata sdraiata su un prato, insieme coi tre cuccioli: «Quello che sta succedendo è una condanna a morte, e in Italia non esiste», dice, «io non dico che l’orsa debba stare nei cortili delle scuole, ma in una riserva sì». Gli altri artisti hanno preso a cuore la causa, mettendo al servizio anche il loro importante seguito social: «Solo così possiamo farlo sapere a tutto il mondo». 

Quello delle intelligenze artificiali, invece, è un mondo ancora tutto da scoprire: «In questo caso», spiega Masala, «si tratta di software “allenati” con dati, con miliardi di immagini: sono studiate dall’algoritmo per creare disegni». A questo punto viene spontaneo chiedere come intervenga l’uomo nel processo: «Sei tu che dici al software cosa fare. Non basta dire “disegna un’orsa”, devi fornirgli i dettagli. Ciò che fa la differenza, tra un’artista e chiunque possa utilizzarlo, è la creatività. Come quando un principiante utilizza una macchina fotografica professionale. Non basta per fare grandi scatti».

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