Beniamino Zuncheddu sta con la garante dei detenuti, Irene Testa. L’esponente dei radicali nei giorni scorsi ha denunciato inaccettabili condizioni di detenzione all’interno del carcere di Bancali, a Sassari ed è stata subissata di insulti. Sui social in tanti, troppi, si sono scagliati contro di lei e contro chi è rinchiuso dietro le sbarre, compreso un giovane che aveva iniziato lo sciopero della fame. «Chiudete anche lei», era per Testa. «Meglio, che a breve c’è la prova costume», era per il ragazzo che aveva iniziato la protesta. E questi sono stati i commenti più leggeri. 

In cella per oltre trent’anni c’è stato Beniamino Zuncheddu: una pena scontata per una strage che, secondo le sentenze, non aveva commesso. L’allevatore di Burcei ha inviato un messaggio a Testa: «Chi non conosce la realtà delle carceri e di tutto ciò che la circonda non può capire quanta sofferenza di sia», esordisce, per poi proseguire: «Bisognerebbe provare per credere, e ringrazio ogni giorno che ci sono persone con un cuore umano che si prendono cura degli ultimi», è il pensiero per la garante.

Poi l’avvertimento: «Nella vita nessuno può essere certo che di quest'acqua non ne berrà: anch'io purtroppo non avrei mai pensato che mi potesse accadere una cosa del genere, perciò mai dire “a me non succederà”. Io ringrazio tantissimo tutte quelle persone che come te si prendono a cuore i carcerati, così come le famiglie». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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