La garante dei detenuti sardi denuncia condizioni estreme in carcere, le reazioni: «Rinchiudete anche lei»
Irene Testa parla di scioperi della fame in corso e sovraffollamento a Bancali, pioggia di insulti in rete. E lei pubblica i commenti con nome e cognomePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Almeno una buona notizia, si risparmia su qualcosa. Avete spiegato al co****ne che se non commetteva reati era, magari, in giro con gli amici?». «Perché la signora, visto che è così sensibile, non se ne prende uno a casa sua?». E questi sono solo due dei commenti, nemmeno i peggiori, alla notizia del sopralluogo della garante dei detenuti, Irene Testa, nel carcere di Bancali, a Sassari. A pubblicarne una lunga sequenza è lei stessa. Ognuno è un colpo all’articolo 27 della Costituzione, secondo il quale «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».
Testa aveva scritto: «È mio dovere denunciare che in una sezione con 16 celle sono presenti 55 detenuti, la maggior parte stipati in quattro per cella. I soffitti sono umidi, le pareti scrostate, le celle in condizioni igieniche precarie. Inoltre, nella maggior parte delle celle sono presenti pochissimi stipetti per riporre gli oggetti personali. Si riducono li arredamenti per fare spazio e rientrare nella metratura prevista per legge, così da infilarci quattro letti? I detenuti, per non buttare i vestiti per terra, costruiscono piccoli arredi con il cartone. In alcune celle non ci sono i termosifoni, mancano alcune porte nei bagni, per cui chi vive in quegli spazi è costretto a subire odori e umiliazioni. Quattro ore di visita in una sola sezione. Urla continue. Detenuti psichiatrici che parlano da soli, che gridano o che gettano acqua, cibo e detersivo nei corridoi. Tanti i detenuti stranieri che hanno chiesto di poter avere vestiti e scarpe. Per finire, in questa visita surreale, abbiamo incontrato un ragazzo di 20 anni che non mangia dal 14 febbraio e che ha perso oltre 15 chili».
Condizioni che non appaiono compatibili con i principi dettati dalla carta fondamentale. Ma chi sta fuori, e commenta, si abbandona all’istinto dettato dalla pancia.
La garante dei detenuti pubblica una lunga sequensa di screenshot. Non commenta, lascia che i contenuti si commentino da soli: «Un mese che non mangia? Meglio, tra poco c’è la prova costume». O: «Chiudetela dentro».
(Unioneonline/E.Fr.)