Centomila firme raccolte, e oltre 70mila arrivano dalla Sardegna. "Un risultato straordinario ottenuto grazie ai sardi e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che hanno aderito alla proposta di legge", dice il Comitato promotore per l'insularità.

Al centro dell'iniziativa, di cui si è parlato questa mattina a Roma, c'è l'intenzione di far inserire il principio di insularità nella Costituzione italiana.

"Non abbiamo raccolto solo le firme dei residenti delle isole - spiegano i promotori - ma anche quelle di moltissimi connazionali che hanno sottoscritto il testo della proposta di legge nella convinzione che la questione dei diritti dell'insularità sia un tema aperto e impellente che riguarda l'intero Paese.

Il Comitato sardo per l'insularità, la Fasi e l'Ancim, Associazione Nazionale dei Comuni delle Isole Minori, hanno raccolto, trasversalmente oltre 100mila firme e molte stanno ancora arrivando".

All'appuntamento di oggi hanno partecipato Pierpaolo Vargiu, Emilio Floris, Luciano Uras, Christian Solinas e la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini.

Un momento della conferenza (foto Comitato insularità)
Un momento della conferenza (foto Comitato insularità)
Un momento della conferenza (foto Comitato insularità)

Vargiu ha ricordato che "nelle isole tutti i servizi sono più costosi a causa del 'fattore trasporti', mentre la salute è considerata un fattore di spesa maggiore da ridimensionare con conseguente taglio dei servizi". Anche i settori che potrebbero produrre eccellenza come l'ambiente, il risparmio energetico e le fonti alternative "sono frenati da considerazioni di opportunità dettate dalla tendenza allo spopolamento".

Ecco perché "chiediamo che il principio di insularità diventi un principio costituzionale in grado di certificare la volontà dello Stato di riconoscere le peculiarità della situazione delle sue Isole", e al Parlamento, ha aggiunto Michele Cossa, "di condividere il nostro diritto e modificare l'articolo 119, comma 5 della Costituzione. Continueremo a lavorare insieme nella convinzione che sia arrivato il momento di proporre in Italia una vera e propria 'rivoluzione copernicana' che ribalti filosofie superate, legate al vecchio concetto di 'assistenza che compensi gli svantaggi' per i residenti nelle Isole, per arrivare invece ad una corretta misurazione del complesso delle opportunità, puntando a rimuovere le condizioni che impediscono agli isolani di confrontarsi alla pari con tutti gli italiani".

(Unioneonline/s.s.)
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