Sarà il giudice per le indagini preliminari a stabilire se nominare un proprio perito per esaminare i telefonini del governatore Christian Solinas, del collaboratore Christian Stevelli e dell’imprenditore Roberto Zedda, iscritti nel registro degli indagati dalla Procura assieme al dg perugino, Roberto Raimondi, con l’ipotesi di corruzione.

I difensori del presidente della Regione, del collaboratore Christian Stevelli e dell’imprenditore Roberto Zedda hanno presentato questa mattina al pm Giangiacomo Pilia, titolare del fascicolo, una riserva di incidente probatorio, chiedendo che i telefoni e il materiale informatico sequestrati dalla Procura siano esaminati da un perito nominato dal giudice. Istanza non presentata dal legale di Raimondi che ha concesso ieri la nomina del consulente per l’accertamento tecnico irripetibile.

Ora i telefoni resteranno sotto chiave, in attesa che il giudice si pronunci. Nel frattempo – seconda mossa delle difese – i sequestri sono stati impugnati davanti al Tribunale del Riesame che deciderà nei prossimi giorni sulla legittimità del provvedimento.

Due i filoni d’indagine che vedono al centro degli accertamenti il presidente Solinas. Uno riguarda la vendita di una proprietà immobiliare di Capoterra all’imprenditore Zedda in cambio, secondo l’accusa, di un interessamento del presidente sulla concessione di appalti pubblici.

L’ipotesi della Finanza è che l’edificio, un’ex abbazia, del governatore sia stato sovrastimato (550 mila euro anziché 60 mila) e che il valore aggiuntivo nasconda una tangente. Il secondo filone riguarda la nomina di Raimondi come dg di Eni Cbc-Med. Stando alle accuse, Solinas e Raimondi avrebbero pattuito docenze a contratto e una laurea ad honorem a Tirana e Roma in cambio della nomina a direttore generale.

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