Prosegue il lavoro della Procura di Cagliari sulla vicenda che vede al centro il governatore della Sardegna, Christian Solinas, indagato per corruzione.

Sotto la lente d’ingrandimento del pm Gingiacomo Pilia la compravendita della villa del governatore al quartiere del Sole, a pochi centinaia di metri dalla spiaggia del Poetto di Cagliari, e la nomina di un dirigente.

Con Solinas sono finiti nel registro degli indagati il consulente Christian Stevelli, il direttore generale dell'Ufficio dell'autorità di gestione del programma operativo Eni Cbd, bacino del Mediterraneo, Roberto Raimondi, e l'imprenditore Roberto Zedda, tutti accusati di concorso in corruzione.

LE IPOTESI DELLA PROCURA – Da una parte, dunque, la presunta tangente nascosta nella compravendita di un vecchio immobile a Capoterra, ceduto da Solinas – secondo l'ipotesi della Procura – a oltre dieci volte il proprio valore al titolare di una società con numerosi appalti sottoscritti con la Regione. Dall'altra, sempre secondo la Procura,  l'incarico assegnato a Raimondi, nominato ad agosto direttore dell'Ufficio dell'autorità di gestione del programma operativo Eni Cbs, Bacino del Mediterraneo, in cambio di una laurea honoris causa in Medicina in un ateneo di Tirana al presidente della Regione, seguita da docenze proprio nell'università albanese e in un'altra romana dove la Guardia di Finanza di Cagliari ieri ha svolto perquisizioni: acquisiti documenti e verbali di nomina.

GLI ACCERTAMENTI – I primi accertamenti degli investigatori avrebbero permesso di trovare gli incarichi di docenza, ma non risulta che Solinas abbia ancora tenuto delle lezioni (e che sia stato retribuito). Gli inquirenti ritengono che Raimondi potrebbe aver promesso quelle docenze a contratto perché risulterebbe professore e direttore della scuola di dottorato di ricerca all'Università pubblica di Medicina di Tirana, ma anche professore straordinario a tempo determinato alla Unilink.

Il presidente della Regione è difeso dagli avvocati Salvatore Casula e Roberto Nati, mentre Stevelli è assistito dal legale Valerio Pirisi. Invece il direttore generale del Eni Cbs è difeso dall'avvocato Marco Angelini del foro di Perugia.

Tra venerdì e ieri mattina gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno acquisito svariato materiale informatico – telefonini e computer – che sarà sottoposto ad accertamento tecnico irripetibile: la Procura nominerà nella giornata di domani un consulente per esaminare i telefoni e le memorie, consentendo ai legali dei quattro indagati di nominare i propri esperti.

L'acquisizione dei telefonini sarebbe stata decisa per cercare le tracce dell'accordo, alla base del reato di corruzione.

«Sono a disposizione dell'autorità giudiziaria per chiarire qualunque addebito – le parole di Solinas – con la serenità che mi deriva dalla consapevolezza di aver sempre operato con profondo senso delle istituzioni, onestà e trasparenza».

(Unioneonline) 

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