Inchiesta “Monte Nuovo”: perquisizioni in tutta la Sardegna, spuntano le armi e nuovi indagati
L’operazione ha portato in carcere 13 persone, 18 ai domiciliari13 persone in carcere e 18 ai domiciliari sono il risultato dell’operazione “Monte Nuovo”, che ipotizza le accuse di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione segreta, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione aggravata dal metodo mafioso, peculato e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso.
Ma gli accertamenti non sono finiti: i pubblici ministeri Emanuele Secci e Rossana Allieri avrebbero già iscritto altri nomi sul registro degli indagati.
Le perquisizioni effettuate dopo il blitz del Ros due giorni fa avrebbero portato al ritrovamento di armi. Non è dato sapere quante ne siano state recuperate né di quale tipo, ma sta di fatto che - in ambienti investigativi - sembrano emergere i primi riscontri di quella che, sia la Direzione distrettuale antimafia di Cagliari che il Gip Michele Contini, hanno definito la «riserva di violenza», ovvero la capacità di intimidazione di cui sarebbe stato capace il gruppo e, in particolare, alcuni degli indagati nuoresi.
Il sospetto è che dell’associazione segreta di cui parlano gli inquirenti facessero parte, oltre all'ex sequestratore Nicolò Cossu (noto Cioccolato), l'orgolese Tonino Crissantu (nipote di Graziano Mesina) e l'anestesista Tomaso Cocco, anche altri componenti.
Francesco Pinna
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