Massimo Temussi ha temuto per la propria incolumità. Il 27 ottobre del 2019 una «Ford Fiesta di colore scuro» l’aveva seguito a lungo per le strade di Cagliari. Lui era riuscito a seminarla, ma a dicembre si era rivolto alle forze dell’ordine per denunciare quella che considerava un’intimidazione. Non disse di più. Solo successivamente, a ottobre del 2020, riascoltato dagli inquirenti, rivelò che a suo parere la mandante di quel clima pesante intorno a lui fosse Gabriella Murgia.

Il giorno della dichiarazione lui era già commissario straordinario dell’Ats (ora presiede l’Anpal nazionale), lei guidava l’assessorato regionale all’Agricoltura. Ma entrambi, all’epoca del pedinamento denunciato, erano all’Aspal (Agenzia regionale per il lavoro): lui la dirigeva, lei era funzionaria. E si erano scontrati per una contestazione sugli orari. Murgia aveva rischiato un procedimento disciplinare e non l’aveva presa bene. 

Poteva restare una piccola bega d’ufficio. I suoi sviluppi sono entrati nelle carte dell’inchiesta della Dda di Cagliari, condotta dai carabinieri del Ros, che ha portato ieri all’arresto di 31 appartenenti a un presunto gruppo criminale che nella sue varie articolazioni commetteva reati che vanno dall’associazione mafiosa a quella segreta, fino alla corruzione e al traffico di droga. Murgia è finita in manette, Temussi è indagato per abuso d’ufficio e rivelazione di segreto. 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, si legge nell’ordinanza firmata dal gip Michele Contini, l’ex assessora aveva forti legami con banditi orgolesi come Nicolò Cossu (noto Cioccolato) e Tonino Crissantu. E durante uno “spuntino” a Orgosolo alla fine dell’estate del 2019 avrebbe sentito un apprezzamento verso Temussi che non aveva gradito. Tanto che aveva detto: «Andrebbe ridimensionato». Parcheggiata all’esterno del luogo del banchetto, scrivono gli inquirenti, c’era anche la Ford che pochi mesi dopo avrebbe seguito Temussi.

L’ex Dg dell’Aspal avrebbe unito i puntini quando, successivamente, ha stretto legami personali con un altro degli arrestati, l’anestesista del Binaghi Tomaso Cocco, anche lui presente allo spuntino e arrestato ieri con Murgia.

Il medico si sarebbe quindi adoperato per appianare le tensioni e far tornare a cuccia quelli che lui, a più riprese, aveva definito “i nostri cani", ossia i banditi, che con la loro sola presenza, in virtù della loro statura criminale, erano capaci di intimidire avversari e interlocutori. E Temussi, secondo l’ordinanza, nel giro di un anno sarebbe passato dallo status di vittima a quello di “protetto” del gruppo. E nel frattempo si sarebbe interessato a far ottenere a Cocco la guida della struttura semplice di Terapia del dolore del Binaghi, con la strada spianata verso il primariato. 

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