Il ministero della Difesa fa affari milionari con beni della Regione.

Deposito dell'acqua di Cala Battistoni sul mare di Baja Sardinia (Arzachena), ex deposito combustibili Pol Nato a Cagliari, porzioni del poligono interforze del Salto di Quirra, a terra e a mare: tutti immobili sul suolo sardo che la società Difesa Servizi Spa, interamente controllata dal dicastero di via XX Settembre, dichiara di avere a disposizione per affidarli in concessione ai privati. In cambio di denaro, ovvio. Tanti soldi.

Almeno un bando è già stato pubblicato, altri stanno per arrivare. Ulteriori due, per altrettante fette di terra sarda, sono già stati aggiudicati. 
Sullo sfondo, e nemmeno tanto, c'è lo Statuto sardo, legge di rango costituzionale: all'articolo 14 prevede che i beni detenuti dallo Stato, che non vengono più utilizzati per fini istituzionali, devono entrare (o tornare) sotto il controllo della Regione, che potrà farne ciò che vuole. E, magari, farli fruttare. 
Il caso dei nuovi bandi e delle concessioni che potrebbero essere affidate arriva in Consiglio regionale: già presentata un'interrogazione (di maggioranza) da parte della consigliera di Idea Sardegna, Carla Cuccu. All'attacco della giunta, accusata di inerzia, va Francesco Agus (Progressisti).

E di «affari di Stato con il patrimonio dei sardi» parla Alessio Alias, componente del Comipa, il comitato misto Stato-Regione che si occupa proprio della gestione dei beni militari. O ex militari. 
L'articolo completo su L'Unione Sarda oggi in edicola

© Riproduzione riservata