Uccise in gran parte nell’ambito della coppia, dal partner attuale o dall’ex, oppure da un altro parente o da conoscenti. Sono alcune delle informazioni diffuse dall’Istat che ha pubblicato i dati sulle vittime di femminicidio nel 2021, e oggi in tutto il mondo si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Un fenomeno che non risparmia la Sardegna anche se non si posiziona tra le prime regioni in Italia come numero di reati: in testa ci sono Liguria, Emilia Romagna, le Province di Bolzano e Trento, a cui si aggiungono il Lazio e l’Abruzzo.

Nell’Isola l’ultimo caso della triste lista è quello di Capoterra dove Slobodanka Metusev, 48 anni, è morta dopo essere stata colpita da 18 coltellate inferte dal compagno Stevan Sajn, 50 anni, nella casa di accoglienza che ospitava la coppia da circa un mese e mezzo. Proprio a Capoterra oggi si svolge una marcia che parte da piazza Municipio e arriva in piazza Loiri.  

Negli ultimi 5 anni le vittime di femminicidio sono state 18, tre nel solo 2022: il 5 febbraio a Zeddiani è stata uccisa Daniela Cadeddu; il 30 marzo a Porto Torres Liliana Caterina Mancusa; il 6 novembre a Capoterra Slobodanka Metusev. Un terzo (33%) sono straniere, gli autori di reato in 13 casi sono stati partner o ex, negli altri 5 parenti. 

Circa il 40% dei femminicidi si è registrato nei Comuni della Città Metropolitana di Cagliari: 7 le vittime. Poi sei a Sassari, due a Oristano, due nel Sud Sardegna e una a Nuoro.

Da quanto emerge dal rapporto Istat, nel primo trimestre 2022 sono arrivate 194 chiamate al numero di pubblica utilità contro violenza e stalking, il 1522, 128 quelle da Cagliari, 8 da Carbonia-Iglesias, 4 dal Medio Campidano, 6 da Oristano, 16 da Nuoro, nessuna dall'Ogliastra, 24 da Sassari e 8 da Olbia Tempio.

Dal 2018 solo 59 donne uscite da centri antiviolenza e case rifugio hanno ricevuto in Sardegna il reddito di libertà, la misura di sostegno per consentire una vita autonoma lontano dal pericolo. Troppo poche, secondo quanto denuncia ActionAid con il report “Diritti in bilico”: 2,7 milioni di euro stanziati dalla Regione sono insufficienti a coprire le richieste.

Vero è che l’Isola è stata la prima regione ad adottare nel 2018 una misura di sostegno al reddito rivolta proprio a donne in fuoriuscita dalla violenza con un sussidio mensile di 780 euro (anche superiore ad esempio quando ci sono di mezzo minori o disabili). Da allora, 108 donne hanno presentato domanda per ottenerlo, ma solo 59 ne hanno beneficiato.

Tante le iniziative in programma per oggi in numerosi Comuni sardi: i Municipi si coloreranno di rosso, a Cagliari è previsto un flash mob sulla scalinata di Bonaria e una iniziativa della Polizia di Stato in piazza Garibaldi. 

«La strada da fare è ancora tanta – ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas – ma la violenza si può combattere offendo alle vittime un’alternativa, attraverso una rete di protezione e assistenza che le accompagni in un percorso di affrancamento e liberazione». 

La Regione, fa sapere il governatore, ha raddoppiato i finanziamenti destinati alle strutture come case d’accoglienza e centri antiviolenza, che devono far fronte a un significativo aumento delle richieste di aiuto (2 milioni di euro contro il milione dell’anno precedente): «Il Tavolo regionale di Coordinamento della rete contro la violenza di genere è già al lavoro per rafforzare la rete di sostegno a tutela delle vittime, ma anche per promuovere iniziative di sensibilizzazione verso la cittadinanza».

«Ogni anno - aggiunge l’assessore della Programmazione e del Lavoro, Giuseppe Fasolino - il 25 novembre ci confrontiamo con dati impietosi che ci ricordano che il femminicidio è un problema di tutti, un’emergenza sociale. Non basta una giornata di sensibilizzazione, perché ogni tre giorni una donna viene uccisa per mano di un uomo. Deve proseguire e aumentare l’impegno delle Istituzioni e la consapevolezza dei cittadini per costruire una cultura che rigetti con forza ogni tipo di maltrattamento nei confronti delle donne. Perché il contrasto alla violenza è una responsabilità di tutti noi». 

(Unioneonline/s.s.)

LE INIZIATIVE IN SARDEGNA

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