«Ero con tre amici sul muretto della scalinata di Sant'Eulalia. Il gruppo di dieci ragazzi si è avvicinato: mi hanno circondato con atteggiamento minaccioso. Uno mi ha chiesto una sigaretta. Avendo paura di essere aggredito gli ho offerto quella elettronica. Lui prima l'ha presa, poi infastidito mi ha chiesto se lo ritenessi un pezzente e me l'ha spinta violentemente contro il viso. Non ho detto nulla per evitare di dare pretesti per aggredirmi ma non è servito».

Sono le parole di una delle giovani vittime del "branco" che lo scorso marzo ha pestato tre ragazzi alla Marina, a Cagliari, rapinandone uno e devastando un locale.

Dalle denunce fatte agli investigatori della Squadra Mobile, che due giorni fa hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare a carico di tre componenti del gruppo (uno, Gabriele Congera, 18 anni, è finito in carcere mentre Riccardo Orrù, 19, e Andrea Cabras, 19, sono ai domiciliari), emerge la violenza gratuita del branco (c'erano anche dei minorenni).

Congera ieri è stato interrogato: difeso dagli avvocati Giovanni Pala e Francesco Angioni, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Il giudice ha confermato la custodia cautelare in carcere. I legali valuteranno più avanti un'eventuale richiesta per un'attenuazione della misura.

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