È morta dissanguata Slobodanka Metusev, la 48enne serba uccisa domenica scorsa a Capoterra dal compagno Stevan Sajn, 50 anni, anche lui di origine serba.

Secondo l’autopsia, la donna è stata colpita con 18 fendenti con un coltello a serramanico nella stanza che condivideva con Sajn da poco più di un mese nel Centro di accoglienza straordinario (Cas) per migranti.

L’esame sul corpo è stato eseguito oggi al Policlinico "Duilio Casula" dal medico legale Roberto Demontis su disposizione della Procura di Cagliari che ha aperto un'inchiesta sul femminicidio.

Stevan Sajn, fermato con ancora il coltello insanguinato in mano, ha confessato tutto. “L’ho uccisa, l'ho uccisa”, ha ripetuto nell’interrogatorio. L’uomo, cardiopatico, ha avuto un malore davanti alla pm Diana Lecca, all'avvocato difensore d'ufficio e ai carabinieri del comando provinciale di Cagliari. Dopo aver ricevuto le necessarie cure al Policlinico di Monserrato, è stato rinchiuso nel carcere di Uta.

Il delitto, domenica, si è consumato al termine di una violenta lite tra coniugi. Il 50enne serbo l’avrebbe colpita per gelosia, dopo averle strappato il cellulare dalle mani per controllare i messaggi.

Qualche dettaglio in più potrebbe arrivare dall'interrogatorio di garanzia che si dovrebbe tenere nelle prossime ore, probabilmente domani.

(Unioneonline/D)

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