Coinvolge diverse importanti aziende sarde nel settore delle autodemolizioni e del trattamento dei rottami ferrosi l’inchiesta sul presunto traffico di rifiuti da Olbia al Cagliaritano.

I Carabinieri del Noe di Sassari, insieme ai colleghi di Cagliari, hanno notificato l’ordinanza del gip Luca Melis che dispone la misura del divieto di dimora a quattro imprenditori di Sardara e Cagliari.

Stando alla ricostruzione dei militari del Nucleo Operativo Ecologico, aziende del sud dell’Isola erano il riferimento per la vendita “sottocosto” dei rifiuti non tracciati, quasi 1300 tonnellate, stoccati illecitamente a Olbia e Telti in almeno sette siti. Sono finiti agli arresti domiciliari, con l’accusa di avere raccolto il materiale che veniva poi trasferito nel Cagliaritano, tre persone di origini bosniache, padre e due figli, tutti residenti a Olbia. In tutto vengono chiamate in causa cinque aziende, gli indagati sono 22.

Le accuse della Dda di Cagliari riguardano anche autotrasportatori e altri imprenditori di Sardara, Carbonia, Monastir e Sestu. I Carabinieri hanno seguito i camion che partivano dalla zona di Colcò, a ridosso dell’aeroporto di Olbia (parte del terreno è di proprietà comunale). I difensori delle persone indagate (Pier Luigi Concas, Marcella Muzzu, Marco Salis e Cristina Mele) non hanno rilasciato dichiarazioni.

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