Ha già scontato 12 anni di carcere e nella sua scheda c'è scritto "fine pena mai", ma Vincenzo Bommarito, 35 anni, siciliano, condannato per il sequestro e l'uccisione di un possidente di Partinico (Palermo), non può restare nel carcere di massima sicurezza di Tempio.

La Corte d'Appello di Caltanissetta ha disposto la liberazione dell'uomo: per Bommarito inizierà presto il processo di revisione.

Il suo difensore, Cinzia Pecoraro, ha infatti raccolto nuove prove che rimettono in discussione la sentenza di condanna all'ergastolo.

Anche la Procura di Palermo ritiene che ci siano molte zone d'ombra nel procedimento sul sequestro e la morte di Pietro Licari, rapito il 13 gennaio 2007 e ritrovato senza vita, in un pozzo, il 14 febbraio dello stesso anno.

Bommarito è uscito oggi dal carcere di Tempio, aveva raccontato diverse volte la sua storia al garante dei detenuti del penitenziario tempiese, l'avvocato Edi Baldino.

Anche il Tribunale di Sorveglianza di Sassari, gli aveva dato fiducia, dandogli un permesso di due giorni per rientrare in Sicilia. E Bommarito aveva rispettato alla lettera le prescrizioni dei giudici, rientrando nel carcere di Tempio dopo il permesso.
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