Si torna a parlare della vicenda di Punta Perotti, l'area costruita a Bari e i cui ecomostri sono stati abbattuti nel 2006. Ora la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha stabilito che le autorità italiane non avessero alcun diritto di confiscare i terreni prima che intervenisse la condanna formale dei titolari.

In questo modo hanno quindi violato il diritto al rispetto della proprietà privata.

La sentenza, però, riguarda anche la Sardegna, per il caso di Golfo Aranci, e la Calabria per Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro.

L'Italia già nel 2012 era stata condannata a risarcire le imprese che avevano costruito il complesso del lungomare di Bari, quindi Palazzo Chigi si era rivalso sul Comune per chiedere il versamento rateizzato di oltre 46 milioni di euro.

Ne era nato un altro contenzioso, fino a quando la questione è approdata davanti ai giudici europei per mano delle società Giem srl, Hotel Promotion Bureau srl, Rita Sarda srl, Falgest srl e Filippo Gironda.

E Strasburgo ha dato loro ragione, ritenendo la misura della confisca "sproporzionata".

Sul caso è intervenuto anche Matteo Salvini: "La Corte di Strasburgo condanna l'Italia e difende gli eco-mostri e la cementificazione selvaggia? Ennesima prova del fatto che certe istituzioni dovrebbero essere chiuse".

(Unioneonline/s.s.)
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