Pelagos, dal punto di vista dell’educazione ambientale, svolge un ruolo importante ma «dal punto di vista gestionale è un grandissimo fallimento». Ad affermarlo è stato Augusto Navone, ad Arzachena, proprio durante il convegno, moderato da Carlo Marcetti, sul santuario dei cetacei Pelagos, il tratto di mare che parte da Capo Ferro (Porto Cervo) e raggiunge la costa Toscana, Ligure e quella francese e del Principato di Monaco, convegno svoltosi nell’ambito della XI edizione, dal 28 al 30 agosto, di “Estate in Fiore”.  Un’ affermazione piuttosto "forte", quella dell’ex direttore dell’Area Marina Protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo, ora presidente della Fondazione IMC – International Marine Centre, con sede nella Marina di Torregrande a Oristano, centro di ricerca d'eccellenza controllato dalla Regione Sardegna attraverso Sardegna Ricerche e impegnato nello studio e nella tutela degli ecosistemi marini e costieri.

Perché dunque quest’affermazione, da parte di un noto biologo ed esperto, nel settore, di gestioni, proprio in un incontro celebrativo del Santuario del Cetacei, al quale pur Navone riconosce un ruolo importante dal punto di vista dell’educazione ambientale? «Fondamentalmente perché – ha spiegato Navone - questa ‘desiderata’, di tutelare un’area così importante si scontra con quelle che sono le esigenze di carattere commerciale, importanti, nelle acque internazionali, per cui è difficilissimo convincere la grande marinaria internazionale, ad avere comportamenti di un certo tipo; Le navigazioni commerciali, sono legate a tempistiche determinate, a porti più o meno ambiti per quanto riguarda lo stazionamento e di fatto, i 3 Stati aderenti, Italia, principato di Monaco e Francia non sono riusciti ad interagire in maniera adeguata per poter avere a disposizione un adeguato sistema di gestione».

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