Riforme azzoppate (almeno tutte quelle dopo l’introduzione del sistema accusatorio nel processo penale, 1989), misure illiberali, concezione carcero-centrica del sistema penale e distruzione progressiva delle garanzie di imputati e indagati. Per il presidente dei penalisti italiani, Gian Domenico Caiazza, gli ultimi tentativi di riforma del sistema giudiziario penale sono una serie di interventi pasticciati e inefficaci che non entrano nelle vere drammatiche questiono della giustizia italiana.

Caiazza ha partecipato a un incontro organizzato a Tempio dalla Camera penale della Gallura e ha toccato temi di stretta attualità. Il tema del convegno era la riforma Cartabia ma i penalisti hanno discusso anche del pacchetto di misure varato dal ministro della Giustizia in carica, Carlo Nordio. Caiazza è stato molto critico riferendosi al governo: «Abbiamo visto deliri, come le misure sui rave, abbiamo visto provvedimenti di segno esattamente contrario ai principi liberali per i quali ci battiamo. Il ministro Nordio è un uomo di cultura liberale, ma il governo? Noi siamo contro il populismo penale e dobbiamo verificare la reale portata di ciascuna misura proposta da Nordio. La cancellazione del reato di abuso d’ufficio è l’unica cosa seria e non so se sopravviverà. Le misure sulle intercettazioni sono ridicole, perché non toccano i temi reali». Caiazza ha auspicato una riforma che favorisca l’accesso ai riti alternativi, come il patteggiamento o il rito abbreviato.

Durissimo l’attacco contro le misure di prevenzione, i provvedimenti sui patrimoni di persone che non sono mai state condannate. 

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